Page 125 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
P. 125
moltitudine di gigli, sento in realtà più leggero l’esilio, mentre il desiderio
assiduo della patria si rinnova nel mio cuore.
8. Hanno gigli anche alcuni compagni dello Sposo, ma non in abbondanza.
Tutti, infatti, hanno ricevuto lo Spirito con misura, con misura le virtù e i doni;
solo per lo Sposo non c’è misura, avendo egli tutto. Altro è avere dei gigli, altro
non avere che gigli. Chi ci sarà tra i. figli della cattività così innocente e santo,
che abbia potuto occupare tutta la sua terra in questi fiori? Neppure un
bambino di un sol giorno è senza macchia sopra la terra. È grande colui che
avrà potuto far crescere nella sua terra tre o quattro gigli, in mezzo a tanto
rigoglio di spine e di triboli che sono germi inveterati dell’antica maledizione.
Per me poi che sono povero, va bene se sarò capace una volta, in mezzo a
questa pessima vegetazione di iniquità e di vizi, di salvare un pezzetto della
mia terra, estirpando e coltivando, perché possa produrre anche un solo giglio,
e così anche presso di me si degni talvolta di venire a pascersi colui che si pasce
tra i gigli.
9. Ma ho detto poco dicendo un giglio solo: la mia bocca ha parlato dalla
penuria del mio cuore. Uno solo proprio non basta, ne occorrono almeno due.
Dico la continenza e l’innocenza, di cui l’una non salverà senza l’altra. Invano,
dunque, a una di queste inviterò lo Sposo che non si pasce presso un giglio, ma
tra i gigli. Mi sforzerò, pertanto, di avere dei gigli, perché egli non sia urtato per
la presenza di un solo giglio, non volendo egli pascersi se non tra i gigli, e nel
caso passi oltre irritato. Pongo, dunque, prima di tutte l’innocenza; e se a questa
riuscirò a unire la continenza, mi riterrò ricco possessore di due gigli. Sono
addirittura re se ne potrò aggiungere una terza: la pazienza. E possono bastare
queste; ma poiché nelle tentazioni possono venir meno è infatti una tentazione la
vita dell’uomo sulla terra (Gb 7,1) la pazienza è necessaria per essere quasi la
nutrice e custode delle due precedenti. Penso che se verrà quell’amatore di
gigli, e troverà così le cose, non disdegnerà di pascersi tra di noi, e fare presso di
noi la pasqua, trovando molta soavità nelle due e molta sicurezza per la terza.
Ma per qual ragione si dica che si pasce colui che pasce tutte le cose, lo vedremo
dopo. Ora, intanto, è chiaro che lo Sposo non solo appare tra i gigli, ma per
nessun modo si può trovare fuori dei gigli, essendo egli stesso tutto quello che
si dice di lui, essendo cioè egli stesso giglio, Sposo della Chiesa Cristo nostro
Signore, che è sopra tutte le cose Dio benedetto nei secoli. Amen.
SERMONE LXXI
I. In che cosa consista il candore o l’odore del giglio, cioè della virtù. II. In che cosa è il candore
dell’anima e come lo Sposo si pasce e insieme pasce tra i gigli. III. Come Dio dall’uomo e l’uomo
da Dio è mangiato, e la differenza di unità con cui Padre e Figlio sono uno e Dio e l’uomo sono