Page 122 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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amare, lui che è amore, ma fino a che non discese tra i gigli e fu visto pascersi
tra i gigli né fu amato, né divenne diletto. Come? Non fu amato dai Patriarchi e
dai Profeti? Sì, ma non prima di essere stato visto da essi pascersi tra i gigli.
Essi, infatti, videro colui che previdero, a meno che qualcuno senza spirito
pensi che vedere in spirito sia vedere nulla. Per quale ragione, dunque, sono
stati chiamati «veggenti» se non videro nulla? Perciò vollero veder colui che
non videro. E non potevano volerlo vedere nel corpo se non l’avessero veduto
in spirito. Ma dico: forse sono tutti o quasi Profeti quelli che hanno voluto
vedere, o hanno tutti creduto? Quelli che videro, infatti, o furono Profeti, o
credettero ai Profeti. E credere è come aver veduto. Non mi sembra che sbagli
chi dice di vedere in spirito, sia chi vede per spirito di profezia, sia chi vede per
la fede.
3. Così dunque il fatto di essersi degnato di scendere tra i gigli, e di pascersi tra
i gigli, lui che tutti pasce, lo ha reso diletto, perché non poteva esser amato
prima di essere conosciuto. E per questo quando è stata fatta menzione del
diletto, è stato anche ricordato ciò che fu causa di dilezione e di conoscenza.
II. Questo pascersi tra i gigli deve avere un significato spirituale; è ridicolo,
infatti, pensare a un pasto corporeo. Dovremo, per quanto possibile, mostrare
anche il significato spirituale dei gigli. Penso che dovremo anche chiarire di che
cosa si pasca il diletto, se degli stessi gigli, o delle altre erbe o fiori nascosti tra i
gigli. E a me pare più difficile il fatto che si dice che lo Sposo si pasce, non che
pasce. Non c’è dubbio che egli pasce, e questa non è cosa indegna di lui; ma
pascersi suona indigenza, e neppure in senso spirituale si può facilmente
attribuirlo a lui senza recare ingiuria alla maestà. Né mi ricordo di aver mai fino
a ora nel commento di questo Cantico trovato che lo Sposo si pasca, mentre
ricordate anche voi come lo abbiamo trovato a pascere. La sposa ha chiesto una
volta che le mostrasse dove pascesse e riposasse nel meriggio. E ora, cosa che
non aveva ancora detto, lo presenta che si pasce, ma non chiede che le venga
indicato il posto; lei stessa lo indica dicendo: tra i gigli. Questo lo sa, quell’altro
non lo sa, perché non è ugualmente a portata di mano ciò che è sublime e
dimora nell’alto dei cieli e ciò che è umile e sopra la terra. Sublime opera,
sublime anche il luogo, né per il momento vi può accedere neppure la sposa.
4. E per questo egli si è annichilito fino a questo punto, per pascersi, egli sommo
pastore; e fu trovato tra i gigli, e veduto dalla Chiesa fu amato dal povero egli
stesso povero, divenuto diletto a causa della somiglianza. E non solo per questa,
ma anche per la verità, la mansuetudine e la giustizia: perché cioè per lui si
sono adempiute le promesse, rimesse le iniquità, perché i superbi demoni sono
stati giudicati insieme con il loro principe. Apparve, dunque, tale da essere
amato, verace per sé, mite per gli uomini, giusto per gli uomini. O Sposo
veramente degno di essere amato e abbracciato con tutto l’affetto del cuore! Che
cosa aspetta la Chiesa a darsi tutta con tutta devozione a un tale fidato
restitutore, a un così pio perdonatore, a un così giusto propugnatore? Il Profeta