Page 121 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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più e prima. Se l’anima sa queste cose, anzi, perché le sa, c’è da meravigliarsi se
si gloria che quella maestà, quasi non curando le altre cose si rivolga a lei sola, e
lasciando da parte tutte le altre faccende lei intanto si applica con tutta
devozione a lui solo? Il sermone deve finire, ma dico ancora una cosa sola agli
spirituali che sono tra di voi, meravigliosa, ma vera: l’anima che vede Dio, lo
vede come se essa sola fosse vista da Dio. Dice dunque con fiducia che Dio è
rivolto a lei, e lei a lui, null’altro vedendo tra sé e lui. Sei buono, o Signore, per
l’anima che ti cerca! Le vieni incontro, l’abbracci, ti mostri Sposo tu che sei
Signore, anzi, che sei sopra tutte le cose Dio benedetto nei secoli. Amen.
SERMONE LXX
I. Poi lo sposo è divenuto «diletto» perché si è pasciuto fra i gigli. II. I gigli spirituali fra i quali
lo sposo si pasce. III. Molto appropriatamente la verità è paragonata al giglio; il motivo per cui
la mansuetudine e la giustizia sono gigli. IV. Tutte le cose riguardanti lo sposo sono gigli; quali
gigli hanno gli amici dello sposo; almeno due gigli sono necessari alla salvezza.
I. 1. Il mio diletto a me e io a lui che si pasce tra i gigli (Cant 2,16). Chi taccerà ormai
la sposa si presuntuosa e si insolente se dice di aver stabilito un rapporto di
amicizia con colui che si pasce tra i gigli? Anche se si pascesse tra le stelle, per il
solo fatto che si pascesse, non so che cosa di straordinario ci possa essere
nell’avere amicizia o familiarità con lui. Pascersi significa qualche cosa di basso,
di umile. Ma ora, quando si dice di lui che si pasce tra i gigli, ogni idea di
bassezza viene esclusa, e si affaccia l’idea di temerità. Che cosa, infatti, sono i
gigli? Secondo la parola del Signore: Erba che oggi c’é e domani si mette nel forno
(Mt 6,30). Quanto grande è costui che si pasce di fieno, come un agnello o un
vitello? È veramente un agnello e un vitello grasso. Ma tu forse hai
intelligentemente avvertito che in questo passo non è designato il pascolo, ma il
luogo; non è detto, infatti, che si pasce «di gigli», ma tra i gigli. Sia. Non mangia
fieno come un bue; stare tuttavia in mezzo al fieno e giacere sul fieno come uno
della plebe, che cosa può avere di speciale? E che gloria è avere un diletto che fa
questo? Secondo la lettera appare abbastanza chiara la verecondia e la prudenza
nel parlare della sposa, che dispone le sue parole con giudizio e tempera la
gloria delle cose con la modestia delle parole.
2. Altre volte non ignora che è lo stesso e che si pasce e che pasce, che dimora
tra i gigli e regna sopra gli astri. Ma più volentieri ricorda le cose umili del
diletto, per l’umiltà, come ho detto, ma ancora più perché ha cominciato ad
essere diletto quando appunto ha cominciato a pascersi. Poiché, colui che
nell’alto dei cieli è il Signore, nelle infime cose è il diletto: sui cieli regna, e tra i
gigli ama. Amava anche sopra i cieli, perché mai e in nessun luogo poté non