Page 124 - Sermone sul Cantico dei cantici (II)
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dall’alto, e le nubi facciano piovere la giustizia, si apra la terra e produca la salvezza, e
                  germogli insieme la giustizia (Is 45,8). Che poi la giustizia sia un giglio, ricordati
                  della Scrittura: Il giusto germoglierà come giglio, e fiorirà in eterno davanti al Signore
                  (Os 14,6). Questo giglio non è quello di cui è detto che oggi è e domani viene
                  gettato nel forno, perché esso fiorirà in eterno. E fiorirà davanti al Signore nella
                  eterna  memoria  del  quale  sarà  il  giusto,  né  temerà  annunzio  di  sventura:
                  quell’annunzio cioè con cui i peccatori vengono mandati nella fornace di fuoco.
                  Pertanto, il candore di questo giglio a chi non splende, se non a chi non piace?
                  Infine, è un sole, ma non quello che nasce sopra i buoni e sopra i cattivi.
                  Infatti,  quelli  che  diranno:  Il sole  di  giustizia non  è  sorto per  noi  (Sap  5,6),  non
                  hanno mai visto la sua luce. La videro, invece, quanti udirono: Per voi che temete
                  Dio  nascerà  il  sole  di  giustizia  (Ml  4,2).  Dunque,  il  candore  di  questo  giglio  è
                  conosciuto dai giusti, la sua fragranza si diffonde anche fino agli iniqui, anche
                  se non a loro vantaggio. Infine, sentiamo che i giusti dicono: Siamo il buon odore
                  di Cristo (2 Cor 14,16) in ogni luogo, che per gli uni, però, è odore di vita per la
                  vita, per altri è odore di morte per la morte. Chi, anche se scelleratissimo non
                  approva il buon nome di giusto, anche se non amale opere che lo procurano? E
                  beato se non si giudica per il fatto che approva. Giudica, infatti, approvando il
                  bene  senza  amarlo,  e  perciò  non  beato  davvero,  ma  misero,  condannato  dal
                  proprio giudizio. Chi più è miserabile di colui per il quale l’odore della vita è
                  annunziatore, non della vita, ma della morte? Anzi, neanche annunziatone, ma
                  apportatore.

                  IV.  7.  Presso  lo  Sposo  vi  sono  molti  altri  gigli  oltre  questo  che  abbiamo
                  incontrati nel Profeta, cioè la verità, la mansuetudine e la giustizia; e non sarà
                  difficile ormai a chiunque di voi trovarne di simili da se stesso nel giardino di
                  uno Sposo così delizioso. Ve n’è in grande abbondanza, chi potrebbe contarli?
                  Tante virtù, altrettanti gigli. C’è un limite alle virtù nel Signore delle virtù? Che
                  se in Cristo vi è la pienezza delle virtù, vi è anche la pienezza dei gigli. E forse
                  per questo egli si è chiamato giglio perché è tutto tra i gigli e tutte le cose sue
                  sono gigli: la concezione, la natività, la vita, le parole, i miracoli, i sacramenti, la
                  passione,  la  morte,  la  risurrezione,  l’ascensione.  Quale  di  queste  cose  non  è
                  candida e soavemente odorosa? Nella sua concezione rifulse tanto splendore di
                  luce celeste per l’abbondanza dello Spirito sopravvenuto, che neppure la stessa
                  Vergine  Santa  l’avrebbe  sopportato  se  non  fosse  stata  adombrata  dalla  virtù
                  dell’Altissimo. La sua natività  fu resa candida dalla verginità  incorrotta della
                  Madre,  la  sua  vita  dall’innocenza  della  condotta,  le  sue  parole  dalla  verità,  i
                  miracoli  dalla  purità,  i  sacramenti  dall’arcano  della  pietà,  la  passione  dalla
                  volontà  di  soffrire,  la  morte  dalla  facoltà  che  aveva  di  non  morire,  la
                  risurrezione  dalla  fortezza  dei  martiri,  l’ascensione  dalla  esposizione  delle
                  promesse. Che buon odore di fede in queste singole cose, che riempie i tempi e
                  le  viscere  di  noi  che  non  abbiamo  veduto  il  suo  candore!  Beati coloro che non
                  videro e hanno creduto (Gv 20,29)! Tra queste cose c’è la parte mia, l’odore di vita
                  che  procede  da  esse.  Inondato  da  questi  profumi,  mediante  una  specie  di
                  strumento  della  fede  adattato  alle  mie  narici,  e  abbondantemente  per  la
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