Page 39 - Regola di San Benedetto
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quello che gli è stato concesso in considerazione della sua dignità sacerdotale.    Se
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                  poi  qualche  chierico,  spinto  dallo  stesso  desiderio,  volesse  essere  aggregato  alla
                  comunità, sia assegnato a un posto di un certo riguardo,    ma sempre a condizione
                                                                               9.
                  che prometta anche lui l’osservanza della Regola e la propria stabilità.



                  Capitolo LXI - L’accoglienza dei monaci forestieri

                      Se un monaco forestiero, giunto di lontano, vuole abitare nel monastero in qua-
                   1.
                  lità di ospite    e si dimostra soddisfatto delle consuetudini locali,    accontentan-
                                 2.
                                                                                           3.
                  dosi  con  semplicità  di  quello che trova, senza disturbare  la comunità con le sue
                  pretese, sia accolto per tutto il tempo che desidera.    Nel caso poi che egli rilevi
                                                                           4.
                  qualche inconveniente o dia qualche suggerimento, l’abate si chieda se il Signore
                  non lo abbia mandato proprio per questo.    E se in seguito vorrà fissare la sua sta-
                                                                5.
                  bilità nel monastero, non si opponga un rifiuto a questa sua richiesta, tanto più che
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                  durante la sua permanenza si è avuto modo di studiarne il comportamento.    Se
                  però, quando era ospite si è dimostrato pieno di pretese e di difetti, non solo non
                  dev’essere aggregato alla comunità,    ma bisogna dirgli garbatamente di andarse-
                                                          7.
                  ne per evitare che le sue miserie contagino anche gli altri.    Invece, se non merita
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                  di essere allontanato, non sia accolto e incorporato nella comunità solo nel caso che
                  ne faccia domanda,    ma sia addirittura invitato a rimanere, perché gli altri possa-
                                        9.
                  no trarre profitto dal suo esempio   e perché dappertutto si serve il medesimo Si-
                                                       10.
                  gnore e si milita sotto lo stesso Re.   Anzi, se l’abate lo ritiene degno, può anche
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                                                          12.
                  assegnargli un posto un po’ elevato.   E non solamente un monaco, ma anche co-
                  loro che appartengono all’ordine sacerdotale o al chiericato, l’abate può destinare a
                  un posto superiore a quello corrispondente al loro ingresso in monastero, se ha no-
                  tato che la condotta lo merita.   Si guardi però sempre dall’ammettere stabilmente
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                  nella sua comunità un monaco proveniente da un monastero conosciuto, senza il
                                                                                             14.
                  consenso e le lettere commendatizie del suo abate, perché sta scritto:   «Non fare
                  agli altri quello che non vuoi che sia fatto a te».


                  Capitolo LXII - I sacerdoti del monastero


                      Se un abate desidera che uno dei suoi monaci sia ordinato sacerdote o diacono
                   1.
                  per il servizio della comunità scelga in essa un fratello degno di esercitare tali fun-
                  zioni.    Ma il monaco ordinato si guardi dalla vanità e dalla superbia    e non cre-
                         2.
                                                                                              3.
                  da di poter fare altro che quello che gli ordina l’abate, tenendo sempre presente che
                  d’ora in poi dovrà essere maggiormente sottomesso alla disciplina.    Né col prete-
                                                                                           4.
                  sto del sacerdozio trascuri l’obbedienza alla Regola o la disciplina, ma anzi pro-
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