Page 37 - Regola di San Benedetto
P. 37
Capitolo LVIII - Norme per l’accettazione dei fratelli
Quando si presenta un aspirante alla vita monastica, non bisogna accettarlo con
1.
troppa facilità, ma, come dice l’Apostolo: «Provate gli spiriti per vedere se ven-
2.
gono da Dio». Quindi, se insiste per entrare e per tre o quattro giorni dimostra di
3.
saper sopportare con pazienza i rifiuti poco lusinghieri e tutte le altre difficoltà op-
4.
poste al suo ingresso, perseverando nella sua richiesta, sia pure accolto e ospita-
to per qualche giorno nella foresteria. Ma poi si trasferisca nel locale destinato ai
5.
novizi, perché vi ricevano la loro formazione, vi mangino e vi dormano. Ad essi
6.
venga inoltre preposto un monaco anziano, capace di conquistare le anime, con
l’incarico di osservarli molto attentamente. In primo luogo bisogna accertarsi se
7.
il novizio cerca veramente Dio, se ama l’Ufficio divino, l’obbedienza e persino le
inevitabili contrarietà della vita comune. Gli si prospetti tutta la durezza e
8.
l’asperità del cammino che conduce a Dio. Se darà sicure prove di voler perseve-
9.
10.
rare nella sua stabilità, dopo due mesi gli si legga per intero questa Regola e gli
si dica: «Ecco la legge sotto la quale vuoi militare; se ti senti di poterla osservare,
entra; altrimenti, va’ pure via liberamente». Se persisterà ancora nel suo proposi-
11.
to, sia ricondotto nel suddetto locale dei novizi e si metta la sua pazienza alla pro-
12.
va in tutti i modi possibili. Passati sei mesi, gli si legga di nuovo la Regola, per-
ché prenda coscienza dell’impegno che sta per assumersi. E se continua a perse-
13.
verare, dopo altri quattro mesi, gli si legga ancora una volta la stessa Regola. Se
14.
allora, dopo aver seriamente riflettuto, prometterà di essere fedele in tutto e di ob-
bedire a ogni comando, sia pure accolto nella comunità, 15. ma sappia che anche
l’autorità della Regola gli vieta da quel giorno di uscire dal monastero e di sot-
16.
trarsi al giogo della disciplina monastica che, in una così prolungata deliberazione,
ha avuto la possibilità di accettare o rifiutare liberamente. 17. Al momento
dell’ammissione faccia in coro, davanti a tutta la comunità, solenne promessa di
stabilità, conversione continua e obbedienza, al cospetto di Dio e di tutti i suoi
18.
santi, in modo da essere pienamente consapevole che, se un giorno dovesse com-
portarsi diversamente, sarà condannato da Colui del quale si fa giuoco. Di tale
19.
promessa stenda un documento sotto forma di domanda, rivolta ai Santi, le cui re-
20.
liquie sono conservate nella chiesa, e all’abate presente. Scriva di suo pugno il
suddetto documento o, se non è capace, lo faccia scrivere da un altro, dietro sua
esplicita richiesta, e lo firmi con un segno, deponendolo poi sull’altare con le pro-
prie mani. Una volta depositato il documento sull’altare, il novizio intoni subito
21.
il versetto: «Accoglimi, Signore, secondo la tua promessa e vivrò; e non deludermi
nella mia speranza». Tutta la comunità ripeta per tre volte lo stesso versetto, ag-
22.
giungendovi alla fine il Gloria. Poi il novizio si prostri ai piedi di ciascuno dei
23.
fratelli per chiedergli di pregare per lui e da quel giorno sia considerato come un
24.
membro della comunità. Se possiede dei beni materiali, li distribuisca in prece-
denza ai poveri o li doni al monastero con un atto ufficiale senza riservare per sé la