Page 32 - Regola di San Benedetto
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ventualmente qualcuno volesse leggere per proprio conto, lo faccia in modo da
non disturbare gli altri. Si celebri Nona con un po’ di anticipo, verso le 14, e poi
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tutti riprendano il lavoro assegnato dall’obbedienza fino all’ora di Vespro. Ma se
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le esigenze locali o la povertà richiedono che essi si occupino personalmente della
raccolta dei prodotti agricoli, non se ne lamentino, perché i monaci sono vera-
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mente tali, quando vivono del lavoro delle proprie mani come i nostri padri e gli
Apostoli. Tutto però si svolga con discrezione, in considerazione dei più deboli.
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10. Dal 14 settembre, poi, fino al principio della Quaresima, si applichino allo studio
fino alle 9, quando celebreranno l’ora di Terza, dopo la quale tutti saranno im-
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pegnati nei rispettivi lavori fino a Nona, e cioè alle Al primo segnale di Nona,
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ciascuno interrompa il proprio lavoro per essere pronto al suono del secondo se-
gnale. Dopo il pranzo si dedichino alla lettura personale o allo studio dei salmi.
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14. Durante la Quaresima leggano dall’alba fino alle 9 inoltrate e poi lavorino in
conformità agli ordini ricevuti fino verso le 4 pomeridiane. 15. In quei giorni di
Quaresima ciascuno riceva un libro dalla biblioteca e lo legga ordinatamente da
cima a fondo. I suddetti libri devono essere distribuiti all’inizio della Quaresima.
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17. E per prima cosa bisognerà incaricare uno o due monaci anziani di fare il giro
del monastero nelle ore in cui i fratelli sono occupati nello studio, per vedere se
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per caso ci sia qualche monaco indolente, che, invece di dedicarsi allo studio, per-
da, tempo oziando e chiacchierando e quindi, oltre a essere improduttivo per sé,
distragga anche gli altri. Se si trovasse - non sia mai! - un fratello che si comporta
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in questo modo, sia rimproverato una prima e una seconda volta, ma se non si
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corregge, gli si infligga una punizione prevista dalla Regola, in modo da incutere
anche negli altri un salutare timore. Non è neppure permesso che un monaco si
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trovi con un altro fuori del tempo stabilito. 22. Anche alla domenica si dedichino
tutti allo studio della parola di Dio, a eccezione di quelli destinati ai vari servizi.
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Ma se ci fosse qualcuno tanto negligente e fannullone da non volere o poter studia-
re o leggere, gli si dia qualche lavoro da fare, perché non rimanga in ozio. Infine
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ai monaci infermi o cagionevoli si assegni un lavoro o un’attività che non li lasci
nell’inazione e nello stesso tempo non li sfinisca per l’eccessiva fatica, spingendoli
ad andarsene, poiché l’abate ha il dovere di tener conto della loro debolezza.
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Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci
Anche se è vero che la vita del monaco deve avere sempre un carattere quare-
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simale, visto che questa virtù è soltanto di pochi, insistiamo particolarmente per-
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ché almeno durante la Quaresima ognuno vigili con gran fervore sulla purezza
della propria vita, profittando di quei santi giorni per cancellare tutte le negli-
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genze degli altri periodi dell’anno. E questo si realizza degnamente, astenendosi
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da ogni peccato e dedicandosi con impegno alla preghiera accompagnata da lacri-