Page 27 - Regola di San Benedetto
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gola.    Si tenga sempre conto della loro fragilità e, per quanto riguarda i cibi, non
                         2.
                  siano affatto obbligati all’austerità della Regola,    Ma, con amorevole indulgenza,
                                                                       3.
                  si conceda loro un anticipo sulle ore fissate per i pasti.


                  Capitolo XXXVIII - La lettura in refettorio


                      Alla mensa dei monaci non deve mai mancare la lettura, né è permesso di legge-
                   1.
                  re a chiunque abbia preso a caso un libro qualsiasi, ma bisogna che ci sia un mona-
                  co incaricato della lettura, che inizi il suo compito alla domenica.    Dopo la Messa
                                                                                         2.
                  e la comunione, il lettore che entra in funzione si raccomandi nel coro alle preghie-
                                                                                               3.
                  re dei fratelli, perché Dio lo tenga lontano da ogni tentazione di vanità;    e tutti ri-
                  petano per tre volte il versetto: «Signore apri le mie labbra e la mia bocca annun-
                  zierà la tua lode», che è stato intonato dal lettore stesso,    il quale, dopo aver rice-
                                                                               4.
                  vuta così la benedizione, potrà iniziare il proprio turno.    Nel refettorio regni un
                                                                                5.
                  profondo silenzio, in modo che non si senta alcun bisbiglio o voce, all’infuori di
                  quella del lettore.    I fratelli si porgano a vicenda il necessario per mangiare e per
                                      6.
                  bere, senza che ci sia bisogno di chiedere nulla.    Se poi proprio occorresse qual-
                                                                       7.
                  che cosa, invece che con la voce, si chieda con un leggero rumore che serva da ri-
                            8.
                  chiamo.    E nessuno si permetta di fare delle domande sulla lettura o su qualsiasi
                  altro argomento, per non offrire occasione di parlare,    a meno che il superiore
                                                                              9.
                  non ritenga opportuno di dire poche parole di edificazione.   Prima di iniziare la
                                                                                   10.
                  lettura, il monaco di turno prenda un po’ di vino aromatico, sia per rispetto alla
                  santa Comunione, sia per evitare che il digiuno gli pesi troppo,   e poi mangi con i
                                                                                      11.
                  fratelli che prestano servizio in cucina e in refettorio.   Però i monaci non devono
                                                                           12.
                  leggere e cantare tutti secondo l’ordine di anzianità, ma questo incarico va affidato
                  solo a coloro che sono in grado di edificare i propri ascoltatori.



                  Capitolo XXXIX - La misura del cibo

                   1.
                      Volendo tenere il debito conto delle necessità individuali, riteniamo che per il
                  pranzo quotidiano fissato - a seconda delle stagioni - dopo Sesta o dopo Nona, sia-
                  no sufficienti due pietanze cotte,    in modo che chi eventualmente non fosse in
                                                        2.
                  condizioni di prenderne una, possa servirsi dell’altra.    Dunque a tutti i fratelli
                                                                               3.
                  devono bastare due pietanze cotte e se ci sarà la possibilità di procurarsi della frut-
                  ta o dei legumi freschi, se ne aggiunga una terza.    Quanto al pane penso che basti
                                                                       4.
                  un chilo abbondante al giorno, sia quando c’è un solo pasto, che quando c’è pranzo
                  e cena.    In quest’ultimo caso il cellerario ne metta da parte un terzo per distribuir-
                          5.
                              6.
                  lo a cena.    Nel caso che il lavoro quotidiano sia stato più gravoso del solito, se
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