Page 26 - Regola di San Benedetto
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utensili di cui si è servito nel proprio turno. A sua volta il cellerario li affidi al
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fratello che entra in servizio, in modo da sapere quello che dà e quello che riceve.
12. Un’ora prima del pranzo, ciascuno dei monaci di turno in cucina riceva, oltre la
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quantità di cibo stabilita per tutti, un po’ di pane e di vino, per poter poi all’ora
del pranzo servire i propri fratelli senza lamentele né grave disagio; 14. ma nei
giorni festivi aspettino fino al termine della celebrazione eucaristica. Alla dome-
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nica, subito dopo le Lodi, quelli che iniziano e quelli che terminano il servizio della
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cucina si inginocchino in coro davanti a tutti, chiedendo che preghino per loro.
Chi ha finito il proprio turno reciti il versetto: «Sii benedetto, Signore Dio, che mi
hai aiutato e mi hai consolato». E quando lo avrà ripetuto tre volte e avrà ricevu-
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to la benedizione, continui il fratello che gli succede nel servizio, dicendo: «O Dio,
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vieni in mio soccorso; Signore, affrettati ad aiutarmi»; anche questo versetto sarà
ripetuto tre volte da tutti, dopo di che il fratello riceverà la benedizione e inizierà il
suo turno.
Capitolo XXXVI - I fratelli infermi
L’assistenza agli infermi deve avere la precedenza e la superiorità su tutto, in
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modo che essi siano serviti veramente come Cristo in persona, il quale ha detto
di sé: «Sono stato malato e mi avete visitato», e: «Quello che avete fatto a uno di
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questi piccoli, lo avete fatto a me». I malati però riflettano, a loro volta, che sono
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serviti per amore di Dio e non opprimano con eccessive pretese i fratelli che li assi-
stono, ma comunque bisogna sopportarli con grande pazienza, poiché per mez-
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zo loro si acquista un merito più grande. Quindi l’abate vigili con la massima at-
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tenzione perché non siano trascurati sotto alcun riguardo. Per i monaci ammalati
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ci sia un locale apposito e un infermiere timorato di Dio, diligente e premuroso.
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Si conceda loro l’uso dei bagni, tutte le volte che ciò si renderà necessario a scopo
terapeutico; ai sani, invece, e specialmente ai più giovani venga consentito più ra-
ramente. I malati più deboli avranno anche il permesso di mangiare carne per
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potersi rimettere in forze; però, appena ristabiliti, si astengano tutti dalla carne
come al solito. Ma la più grande preoccupazione dell’abate deve essere che gli
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infermi non siano trascurati dal cellerario e dai fratelli che li assistono, perché tutte
le negligenze commesse dai suoi discepoli ricadono su di lui.
Capitolo XXXVII - I vecchi e i ragazzi
Benché la stessa natura umana sia portata alla compassione per queste due età,
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dei vecchi, cioè, e dei ragazzi, bisogna che se ne interessi anche l’autorità della Re-