Page 30 - Regola di San Benedetto
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meno per la vergogna di essere visti da tutti. Se, infatti, rimanessero fuori del co-
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ro, ci potrebbe essere qualcuno che ritorna a dormire o si siede fuori o si mette a
chiacchierare, dando così occasione al demonio; è bene invece che entrino, in
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modo da non perdere tutto l’Ufficio e correggersi per l’avvenire. Nelle Ore del
giorno, invece, il monaco che arriva all’Ufficio divino dopo il versetto o il Gloria
del primo salmo, che segue lo stesso versetto, si metta all’ultimo posto, secondo la
norma precedente, e non si permetta di unirsi al coro dei fratelli che salmeggia-
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no, fino a che non avrà riparato, a meno che l’abate gliene dia il permesso con il
suo perdono; ma anche in questo caso il ritardatario dovrà riparare la sua man-
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canza. Per quanto riguarda il refettorio, chi non arriva prima del versetto in mo-
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do che tutti uniti dicano il versetto stesso, preghino e poi siedano insieme a mensa,
14. se la mancanza è dovuta a negligenza o cattiva volontà, sia rimproverato fino a
due volte. Ma se ancora non si corregge, sia escluso dalla mensa comune e
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mangi da solo, separato dalla comunità e senza la sua razione di vino, fino a che
non abbia riparato e si sia corretto. Lo stesso castigo sia inflitto al monaco che
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non si trovi presente al versetto che si recita dopo il pranzo. 18. Nessuno poi si
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permetta di mangiare o di bere qualcosa prima dell’ora stabilita. Ma il monaco
che non avesse accettato ciò che gli era stato offerto dal superiore, quando deside-
rerà quello che ha rifiutato in precedenza o altro, non ottenga assolutamente nulla
fino a che non dimostri di essersi debitamente corretto.
Capitolo XLIV - La riparazione degli scomunicati
Il monaco che per colpe gravi è stato escluso dal coro e della mensa comune, al
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termine dell’Ufficio divino si prostri in silenzio davanti alla porta del coro, rima-
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nendo lì disteso con la faccia a terra dinanzi a tutti quelli che escono e continui a
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fare in questo modo fino a quando l’abate non giudichi che ha sufficientemente ri-
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parato. Quando poi sarà chiamato dall’abate, si getti ai piedi di lui e di tutti i fra-
telli per chiedere le loro preghiere. Allora, se l’abate vorrà, potrà essere riam-
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messo in coro al suo posto o a quello designato dallo stesso abate, senza permet-
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tersi, però, di recitare un salmo, una lezione o altro, a meno che l’abate glielo ordi-
ni. Inoltre al termine di tutte le Ore dell’Ufficio divino, si prostri a terra lì dove si
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trova e faccia così la sua riparazione, finché l’abate non metterà fine a questa pe-
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nitenza. Quelli, invece, che per colpe più leggere sono stati esclusi solo dalla
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mensa, facciano penitenza in coro per il tempo stabilito dall’abate e la ripetano
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fin tanto che questi li benedica e dica: Basta!
Capitolo XLV - La riparazione per gli errori commessi in coro