Page 21 - Regola di San Benedetto
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Capitolo XXII - Il dormitorio dei monaci
Ciascun monaco dorma in un letto proprio e ne riceva la fornitura conforme
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alle consuetudini monastiche e secondo quanto disporrà l’abate. Se è possibile
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dormano tutti nello stesso locale, ma se il numero rilevante non lo permette, ripo-
sino a dieci o venti per ambiente insieme con gli anziani incaricati della sorveglian-
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za. Nel dormitorio rimanga sempre accesa una lampada fino al mattino. Dor-
mano vestiti, con ai fianchi semplici cinture o corde, senza portare coltelli appesi al
lato mentre riposano, per non ferirsi nel sonno. Così i monaci siano sempre
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pronti e, appena dato il segnale, alzandosi senza indugio si affrettino a prevenirsi
vicendevolmente per l’Ufficio divino, ma sempre con la massima gravità e mode-
stia. I più giovani non abbiano i letti vicini, ma alternati con quelli dei più anzia-
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ni. Quando poi si alzano per l’Ufficio divino, si esortino garbatamente a vicenda
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per prevenire le scuse degli assonnati.
Capitolo XXIII - La scomunica per le colpe
Se qualche fratello si dimostrerà ribelle o disobbediente o superbo o mormora-
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tore, o assumerà un atteggiamento di ostilità e di disprezzo nei confronti di qual-
che punto della santa Regola o degli ordini dei superiori, questi lo rimproverino
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una prima e una seconda volta in segreto, secondo il precetto del Signore. Se non
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si migliorerà, venga ripreso pubblicamente di fronte a tutti. Ma nel caso che an-
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che questo provvedimento si dimostri inefficace, sia scomunicato, purché sia in
grado di valutare la portata di una tale punizione. Se invece difetta di una suffi-
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ciente sensibilità, sia sottoposto al castigo corporale.
Capitolo XXIV - La misura della scomunica
La scomunica e, in genere, la punizione disciplinare dev’essere proporzionata
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alla gravità della colpa e ciò è di competenza dell’abate. Però il monaco che
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avrà commesso mancanze meno gravi sia escluso dalla mensa comune. Il tratta-
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mento inflitto a chi viene escluso dalla mensa è il seguente: in coro non intoni sal-
mo, né antifona, né reciti lezioni fino a quando non avrà riparato alle sue mancan-
ze; mangi da solo dopo la comunità, sicché se, per esempio, i monaci pranzano
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all’ora di Sesta, egli mangi a Nona; se pranzano a Nona, egli a Vespro, fino a
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quando avrà ottenuto il perdono con una conveniente riparazione.