Page 15 - Regola di San Benedetto
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chiere va senza direzione sulla terra».   Il decimo grado dell’umiltà è quello in cui
                                                           59.
                  il monaco non è sempre pronto a ridere, perché sta scritto: «Lo stolto nel ridere al-
                  za la voce».   L’undicesimo grado dell’umiltà è quello nel quale il monaco, quan-
                               60.
                  do parla, si esprime pacatamente e seriamente, con umiltà e gravità, e pronuncia
                  poche parole assennate, senza alzare la voce,   come sta scritto: «Il saggio si rico-
                                                                   61.
                  nosce per la sobrietà nel parlare».   Il dodicesimo grado, infine, è quello del mo-
                                                       62.
                  naco, la cui umiltà non è puramente interiore, ma traspare di fronte a chiunque lo
                                                                     63.
                  osservi da tutto il suo atteggiamento esteriore,   in quanto durante l’Ufficio divi-
                  no, in coro, nel monastero, nell’orto, per via, nei campi, dovunque, sia che sieda,
                  cammini o stia in piedi, tiene costantemente il capo chino e gli occhi bassi;       64.  e,
                  considerandosi  sempre  reo  per i propri peccati, si vede  già dinanzi al tremendo
                                    65.
                  giudizio di Dio,   ripetendo continuamente in cuor suo ciò che disse, con gli occhi
                  fissi a terra il pubblicano del Vangelo: «Signore, io, povero peccatore, non sono de-
                  gno di alzare gli occhi al cielo».   E ancora con il profeta: «Mi sono sempre curvato
                                                    66.
                  e umiliato».   Una volta ascesi tutti questi gradi dell’umiltà, il monaco giungerà
                                67.
                  subito a quella carità, che quando è perfetta, scaccia il timore;   per mezzo di essa
                                                                                     68.
                  comincerà  allora  a  custodire  senza  alcuno  sforzo  e  quasi  naturalmente,  grazie
                  all’abitudine, tutto quello che prima osservava con una certa paura;   in altre pa-
                                                                                            69.
                  role non più per timore dell’inferno, ma per timore di Cristo, per la stessa buona
                  abitudine e per il gusto della virtù.   Sono questi i frutti che, per opera dello Spiri-
                                                        70.
                  to Santo, il Signore si degnerà di rendere manifesti nel suo servo, purificato ormai
                  dai vizi e dai peccati.



                  Capitolo VIII - L’ufficio divino nella notte


                      Durante la stagione invernale, cioè dal principio di novembre sino a Pasqua, se-
                   1.
                                                                                               2.
                  condo un calcolo ragionevole, la sveglia sia verso le due del mattino,    in modo
                  che il sonno si prolunghi un po’ oltre la mezzanotte e tutti si possano alzare suffi-
                  cientemente riposati.    Il tempo che rimane dopo l’Ufficio vigilare venga impiega-
                                          3.
                  to dai monaci, che ne hanno bisogno, nello studio del salterio o delle lezioni.    Da
                                                                                                     4.
                  Pasqua,  invece,  sino  al  suddetto  inizio  di  novembre,  l’orario  venga  disposto  in
                  modo tale che, dopo un brevissimo intervallo nel quale i fratelli possono uscire per
                  le necessità della natura, l’Ufficio vigiliare sia seguito immediatamente dalle Lodi,
                  che devono essere recitate al primo albeggiare.



                  Capitolo IX - I salmi dell’ufficio notturno


                   1.
                      Nel suddetto periodo invernale si dica prima di tutto per tre volte il versetto:
   10   11   12   13   14   15   16   17   18   19   20