Page 10 - Regola di San Benedetto
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11. L’abate però dal canto suo operi tutto col timor di Dio e secondo le prescrizioni
della Regola, ben sapendo che di tutte le sue decisioni dovrà certamente rendere
conto a Dio, giustissimo giudice. Se poi in monastero si devono trattare questio-
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ni di minore importanza, si serva solo del consiglio dei più anziani, 13. come sta
scritto: «Fa’ tutto col consiglio e dopo non avrai a pentirtene».
Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere
Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tut-
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te le forze; poi il prossimo come se stesso. Quindi non uccidere, non com-
mettere adulterio, non rubare, non avere desideri illeciti, non mentire;
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onorare tutti gli uomini, e non fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a
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noi. Rinnegare completamente se stesso. per seguire Cristo; mortificare il pro-
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prio corpo, non cercare le comodità, amare il digiuno. Soccorrere i poveri,
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15. vestire gli ignudi, visitare gli infermi, seppellire i morti ; alleviare tutte le
sofferenze, 19. consolare quelli che sono nell’afflizione. 20. Rendersi estraneo alla
mentalità del mondo; non anteporre nulla all’amore di Cristo. Non dare sfogo
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all’ira, non serbare rancore, non covare inganni nel cuore, non dare un falso
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saluto di pace, non abbandonare la carità. Non giurare per evitare spergiuri,
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28. dire la verità con il cuore e con la bocca, non rendere male per male, non fa-
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re torti a nessuno, ma sopportare pazientemente quelli che vengono fatti a noi;
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amare i nemici, non ricambiare le ingiurie e le calunnie, ma piuttosto rispondere
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con la benevolenza verso i nostri offensori, sopportare persecuzioni per la giu-
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stizia. Non essere superbo, non dedito al vino, né vorace, non dormiglio-
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ne, né pigro; non mormoratore, né maldicente. Riporre in Dio la propria
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speranza, attribuire a Lui e non a sé quanto di buono scopriamo in noi, ma es-
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sere consapevoli che il male viene da noi e accettarne la responsabilità. Temere il
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giorno del giudizio, tremare al pensiero dell’inferno, anelare con tutta l’anima
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alla vita eterna, prospettarsi sempre la possibilità della morte. Vigilare conti-
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nuamente sulle proprie azioni, essere convinti che Dio ci guarda dovunque.
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Spezzare subito in Cristo tutti i cattivi pensieri che ci sorgono in cuore e manife-
starli al padre spirituale. 51. Guardarsi dai discorsi cattivi o sconvenienti, 52. non
amare di parlar molto, non dire parole leggere o ridicole, non ridere spesso e
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smodatamente. 55. Ascoltare volentieri la lettura della parola di Dio, 56. dedicarsi
con frequenza alla preghiera; in questa confessare ogni giorno a Dio con profon-
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do dolore le colpe passate e cercare di emendarsene per l’avvenire. Non ap-
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pagare i desideri della natura corrotta, odiare la volontà propria, obbedire in
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tutto agli ordini dell’abate, anche se - Dio non voglia! - questi agisse diversamente
da come parla, ricordando quel precetto del Signore:» Fate quello che dicono, ma
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non fate quello che fanno». Non voler esser detto santo prima di esserlo, ma di-