Page 74 - Rationale Divinorum Officiorum
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la conversione dei gentili è stata effettuata, e la perfidia dei giudei con-
sumata, attraverso la predicazione e la dottrina degli apostoli. Il vescovo
avanza verso l’altare e dice: «O Dio, affrettati a soccorrerci». È allora che
comincia la parte più importante dell’ufficio; si recita il Gloria Patri, ecc.,
senza alleluia.
Il vescovo allora consacra l’altare aspergendolo sette volte di acqua bene-
detta per questo scopo; tutto l’interno della chiesa viene asperso ancora
tre volte, senza distinzione fra le diverse parti, «perché tutto è uguale davan-
ti a Dio». L’aspersione interna significa che la purificazione esteriore non
serve a nulla se la carità non abita nel cuore. Si ripete tre volte, come sim-
bolo del battesimo che ci purifica con l’invocazione della santa Trinità.
«Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel no-
me del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Questa tripla aspersione
sostituisce la tripla immersione o infusione che si fa nel battesimo.
Il vescovo compie questa aspersione andando da est verso ovest, e una
volta in forma di croce nel mezzo della chiesa, perché il Salvatore ordinò
ai suoi apostoli di battezzare in nome della santa Trinità, prima in Giudea
dove egli nacque, e in seguito nel mondo intero. Quello che rimane
dell’acqua dopo l’aspersione è versato ai piedi dell’altare. Durante questo
periodo il coro canta i salmi Exurgat Deus e Qui habitat, nei quali il profeta
fa allusione alla Chiesa e alla sua dedicazione in questi versi: «Dio fa abita-
re i suoi in una sola casa». Il vescovo dice ancora: «La mia casa è una casa di
preghiera», perché è a lui che spetta il compito di vigilare affinché la chiesa
non divenga un luogo di traffico.
È giunto quindi il momento in cui l’altare e le dodici croci dipinte sui mu-
ri devono venire unte con la santa crema. Queste croci, che sono le inse-
gne trionfanti del Salvatore, sono il terrore dei demoni, e indicano che il
sacro recinto è stato conquistato alla dominazione di Cristo; così i re della
terra, quando si impadroniscono di una città nemica, spiegano sulle sue
mura lo stendardo imperiale. Anche il patriarca Giacobbe innalzò la pie-
tra sulla quale aveva riposato il suo capo, perché servisse come monu-
mento storico per la posterità, tradizionale e trionfale.
Le dodici croci dipinte sulle pareti ricordano la passione di Cristo, con la
quale Egli ha santificato la sua Chiesa. È detto nel libro dei Cantici: «Met-
tetemi come un sigillo sulle vostre braccia». I dodici ceri posti davanti a que-
ste croci sono i dodici apostoli che hanno illuminato il mondo con la dot-
trina di Cristo Crocifisso. «Ogni profezia è verificata, dice san Bernardo, in
Gesù crocifisso». «Mi faccio gloria, dice san Paolo, di non conoscere altra
cosa che Gesù Cristo, e Gesù Cristo crocifisso». L’olio è simbolo della pu-
rezza della coscienza, il balsamo, l’odore soave di una buona reputazione.
Dopo le unzioni, l’altare e la chiesa vengono ornati e illuminati, e il santo