Page 68 - Rationale Divinorum Officiorum
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Signore non sia sporcato dal flusso (maculis) del corpo e usando grande
attenzione perché questo non si verifichi.
XVI. DEI BAMBINI NATI MORTI
Per quanto riguarda il bambino uscito morto dal ventre della madre, e
non battezzato, esso sarà interrato fuori dal cimitero. Alcuni tuttavia so-
stengono che il frutto (partus) dovrebbe far parte delle viscere.
XVII. DELLA COPPIA E DEI PENTITI
Il marito e la moglie devono essere messi nella stessa tomba, sull’esempio
di Abramo e Sara, che non scelsero una sepoltura particolare. Ecco perché
Tobia raccomandò a suo figlio che la madre, quando avesse visto la fine
dei proprio giorni, fosse deposta nello stesso sepolcro insieme con lui.
Ugualmente, tutte le persone devono essere sepolte nella tomba del pro-
prio padre, a meno che uno non abbia scelto personalmente la sua sepol-
tura altrove. Nel concilio di Mayence, è stato stabilito che coloro che sono
sospesi dalla comunione dei fedeli (suspensi), ossia coloro che, per i propri
peccati, subiscono la più grande punizione, se si sono confessati, o hanno
desiderato farlo, e si sono comunicati, possono essere sepolti nel cimitero,
e si possono anche fare offerte e celebrare delle messe in loro favore.
XVIII. DELLA DEDICAZIONE DI UNA CHIESA
Abbiamo già, nel corso di quest’opera, descritto una chiesa materiale e
l’altare; ci resta ora da esaminare la sua dedicazione, e prima ancora
dell’origine di questa cerimonia che risale all’antica legge. Mosè, ese-
guendo l’ordine del Signore, costruì il tabernacolo nel quale si trovavano
la tavola dei pani della proposizione, l’altare e i vasi di rame e altre cose
destinate al servizio divino. Quindi egli lo consacrò con le sue preghiere,
e unse ogni cosa con gli oli santi, secondo il volere di Dio, che insegnò a
Mosè a preparare la crema santa che doveva servire a questa occorrenza.
Salomone, figlio di David, avendo terminato il tempio e il suo altare, con-
sacrò allo stesso modo tutte le cose che mancavano allora al culto, come è
detto nel terzo libro dei Re. Vediamo ancora che il re Nabuccodonosor
riunì tutti i suoi satrapi, i grandi del suo regno e i governatori delle sue
provincie, per assistere alla dedicazione dell’idolo d’oro che egli aveva
fatto.
Era costume fra i giudei, come ci insegna Burchard, di consacrare a Dio,
attraverso delle preghiere solenni, i luoghi nei quali essi sacrificavano al