Page 63 - Rationale Divinorum Officiorum
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I luoghi consacrati dalla religione (religiosa) sono quelli dove il cadavere
intero di un uomo, e anche solo la sua testa, è seppellito, giacché una per-
sona non può avere due sepolture. Il corpo, o qualche membro, posato a
terra senza testa, non costituisce un luogo consacrato dalla religione. A
termini di legge, il cadavere di un ebreo o di un gentile, oppure di un
bambino che non è ancora battezzato, rende religioso il luogo nel quale
esso è stato sepolto; tuttavia secondo la religione cristiana e la dottrina
canonica, il cadavere del cristiano solamente rende e costituisce il luogo
religioso. E ricordiamoci che tutto quello che è sacro è religioso, ma non il
contrario. Per il resto, questo luogo è chiamato luogo religioso in diverse
maniere: cimitero (coemeterium) per esempio, polyandrium o andropolis (cit-
tà degli uomini), che è la stessa cosa. Ancora, la tomba (sepulchrum) è
chiamata mausoleo (mausoleum), la medesima cosa appunto; dormitorio
(dormitorium), tumulo (tumulus), monumento (monumentum), prigione (er-
gastulum), sarcofago (sarcophagus), piramide (pyramis), tomba (bustum),
urna (urna), e caverna o cripta (spelunca).
IV. DEL CIMITERO
Cimitero (coemeterium) prende il suo nome da cimen, dolce, e sterion, ripo-
so, perché in quel luogo riposano dolcemente le ossa dei morti, attenden-
do l’avvento del Salvatore, o anche perché lì si trovano le cimici, ossia dei
vermi fetidi oltre misura.
V. DEL POLYANDRIUM
Polyandrion vuol in qualche maniera significare pollutum autrum, un antro
sudicio, a causa dei cadaveri degli uomini che vi sono sepolti. Oppure si
intende per polyandrion la moltitudine degli uomini, perché polu significa
la pluralità e andros gli uomini e, in questo senso, è il vero nome del cimi-
tero, a causa della moltitudine degli uomini che vi sono seppelliti. Lo si
chiama anche andropolis, città degli uomini, che ha il medesimo significa-
to.
VI. DEL SEPOLCRO
La parola sepolcro (sepulchrum) vuole in qualche modo dire sine pulsu,
senza polso, perché colui che vi viene sepolto è privo di polso, o ancora
meglio, il luogo dove sono rinchiuse le ossa.
VII. DEL MAUSOLEO