Page 53 - Rationale Divinorum Officiorum
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fumi sui piedi di Cristo, se affermasse anche che i vasi preziosi e gli altri
ornamenti potrebbero essere venduti e il loro ricavato donato ai poveri;
noi infatti agiamo così non tanto perché dei vili ornamenti piacciano me-
no a Dio rispetto agli ornamenti d’oro, ma perché gli uomini offrono vo-
lentieri a Dio ciò che essi amano di più, e con la loro adorazione vincono
la loro avarizia. Inoltre queste cose rappresentano i compiti mortali e la
pietà che noi dobbiamo a Dio, e la gloria futura che ci attende nell’altra
vita. Ecco perché nell’antica legge, il Signore comandò di fare il sopra-
omerale del prete d’oro, giacintino, porpora e di un bello scarlatto, di un
lino molto fine ritorto e di altre stoffe preziose, per mostrare di quanta
grande diversità di virtù il sacerdote deva brillare; Dio ordinò inoltre che
l’altare, il propiziatorio, il candelabro e gli altri vasi e ornamenti
dell’altare fossero fatti di oro e di argento. Si legge nell’Esodo, nei capitoli
25, 30 e 38, che Dio ordinò anche di fare il tabernacolo, con differenti stof-
fe preziose, come si è già detto nel capitolo della Chiesa. E il pontefice
della legge si serviva di diversi altri ornamenti e abiti magnifici.
XLVII. DEL RIFIUTO DEL PROFANO
Il Concilio di Orléans ha proibito che i divini misteri siano impiegati co-
me ornamento nei matrimoni, affinché non vengano profanati dal contat-
to con la mediocrità e la pompa impura del secolo, cosa che fa capire
chiaramente che non si deve fare una pianeta con l’abito di chiunque, o
tagliare questo stesso vestito per farne qualche altro ornamento destinato
alla celebrazione dei sacri misteri.
XLVIII. DEGLI ABITI RISERVATI AL CULTO
Il Papa Etienne stabilì che nessuno si servisse degli abiti della Chiesa per
usi estranei al culto divino, e che essi fossero toccati solo da uomini santi,
per paura che la vendetta che colpì Baltassar, re di Babilonia, non cadesse
nuovamente sui trasgressori di questi ordini.
XLIX. LE STOFFE RITUALI NON DEVONO STARE A CONTATTO
CON I MORTI
Papa Clemente ha così stabilito che i morti non saranno né seppelliti né
avvolti, né coperti loro o la loro bara con il pallio (palla), ossia i panni
dell’altare, né con la nappa o tovagliolo che copre il calice, né con quella
con cui il sacerdote asciuga le proprie mani dopo la consacrazione.