Page 56 - Rationale Divinorum Officiorum
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die del diavolo. Ma le nostre campane, o segnali (signa) di bronzo sono
più sonore delle trombe dell’antica legge, perché allora Dio non era cono-
sciuto che nella Giudea, mentre ora il suo nome si è diffuso nel mondo.
Le nostre campane sono anche più dure e più forti, perché esse significa-
no che la predicazione del Nuovo Testamento sarà più durevole che le
trombe e i sacrifici dell’antica legge, perché esse dureranno fino alla fine
del mondo.
IV. I PREDICATORI
Le campane infatti rappresentano i predicatori che, seguendo l’esempio
della campana, devono richiamare i fedeli alla fede; questa cosa è stata
raffigurata da quel precetto che il Signore diede a Mosè, nel quale gli pre-
scrisse di fare un vestito per il gran sacerdote guarnito di sessantadue
campanelli che risuonavano allorquando il pontefice entrava nel Santo
dei santi. Questo vaso rappresenta ancora la bocca del predicatore, se-
condo queste parole dell’apostolo: «Io sono diventato come bronzo che risuo-
na e come un cembalo dal suono chiaro e acuto».
V. UNA FORTE PAROLA
La durezza del metallo designa la forza nell’anima del predicatore, cosa
che fa dire al Signore: «Ti ho reso la fronte più dura della loro». Il battaglio
ossia il ferro che, percuotendo l’interno del vaso da una all’altra parte
produce il suono, rappresenta la lingua del dottore, che è ornata dalla
scienza e che fa risuonare l’uno e l’altro Testamento, l’Antico e il Nuovo,
attraverso gli insegnamenti che la sua parola ne ricava.
VI. RETTIFICA E MODERAZIONE
Dunque il prelato, senza la scienza della predicazione, sarebbe come la
campana senza il battaglio, secondo queste parole di san Gregorio: «Il sa-
cerdote, se è ignorante della predicazione, quale grido potente emetterà? Sarà un
banditore senza voce, sarà un cane muto che non può abbaiare». E proprio il
battaglio della campana indica che il predicatore deve innanzitutto colpi-
re i vizi che sono in lui, correggendosi, e in seguito cominciare a ripren-
dere quelli degli altri, per timore che, accostato alla dottrina dell’apostolo,
dopo aver predicato agli altri, non divenga a sua volta egli stesso da bia-
simare. Dio dice infatti al peccatore: «Perché proclami la mia giustizia, e ren-
di testimonianza di me attraverso la tua bocca?». Sicuramente perché, con
l’esempio delle sue azioni, il predicatore infiamma la maggior parte del