Page 51 - Rationale Divinorum Officiorum
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tempo sotto la legge. Dopo la terza lezione si toglie il velo rosso che rap-
presenta l’epoca della grazia, nella quale, attraverso la Passione di Cristo
l’entrata ci è data e ci è aperta al Santo dei santi e alla gloria eterna. Si è
parlato della drapperia e dei panni dell’altare nel Trattato dell’Altare.
XLII. DEI TESORI DELLA CHIESA
Nelle principali festività si espongono allo sguardo del popolo i tesori
della Chiesa, e questo per tre ragioni. Innanzitutto, per una considerazio-
ne di preveggenza, cioè affinché appaia la prudenza nel sorvegliarle di
colui che ne è stato incaricato. In secondo luogo per rispetto alla solenni-
tà. Come terza ragione, in memoria della loro offerta, ossia in ricordo di
coloro che li hanno prima offerti alla Chiesa. La chiesa è gradevolmente
decorata nei giorni di festa di dentro e non di fuori, cosa che indica in
modo misterioso che tutta la sua gloria le viene dal di dentro, e se anche
essa sia disprezzabile al di fuori, brilla tuttavia nella sua anima, che è il
trono di Dio. Ad essa dunque si riferiscono queste parole: «Io sono nera ma
bella, figlia di Gerusalemme, come le dimore di Kedar e come le tende di Salomo-
ne». E il Signore afferma per bocca del profeta: «La mia eredità è nella sua
bellezza». Il profeta, considerando ancora questo, dice: «Signore, ho amato la
bellezza della tua casa» (Ct 1, Lc 22), che ornano spiritualmente la fede, la
speranza e la carità. La chiesa materiale e quella spirituale devono essere
purificate. In qualche chiesa si usa appendere due uova di struzzo e altre
cose di questo genere che suscitano l’ammirazione e che si vedono rara-
mente, affinché il popolo sia attirato da ciò nella chiesa e sia toccato dalla
vista di questi oggetti.
XLIII. DELLE UOVA DI STRUZZO
Alcuni affermano che lo struzzo, uccello smemorato quale è, abbandoni le
sue uova nella sabbia; quando infine, dopo aver visto una certa stella, se
ne ricorda, ritorna da esse e le cova con riguardo. Si appendono dunque
le uova di struzzo nella chiesa per significare che se l’uomo a causa del
proprio peccato è stato abbandonato da Dio, illuminato improvvisamente
da una luce divina si accorge del proprio errore, si pente e ritorna in sé, e
vedendo questo luminoso bagliore, viene abbagliato dai raggi di questa
benefica luce di cui si parla anche in san Luca, quando il Signore guardò
improvvisamente Pietro dopo che egli ebbe rinnegato Cristo. Queste uo-
va si appendono in chiesa anche perché notandole ciascuno pensi che
l’uomo dimentica facilmente Dio, a meno che non sia illuminato dalla