Page 39 - Rationale Divinorum Officiorum
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dell’antica e della nuova legge, che sono dodici per la loro fede nella Tri-
nità, che essi annunciano e proclamano nelle quattro parti del mondo; so-
no inoltre ventiquattro a causa delle buone opere e dell’osservanza delle
regole del Vangelo. Quando vengono loro messe in mano delle lucerne,
esse significano i doni dello Spirito Santo, e se viene steso sotto i loro pie-
di un mare trasparente, questo indica il battesimo.
IX. DEL TETRAMORFO
A volte si rappresentano quattro animali, secondo la visione di Ezechiele
e San Giovanni. Si mette l’immagine dell’uomo e del leone a destra, quel-
la del bue a sinistra e quella dell’aquila al di sopra delle altre quattro. So-
no i quattro evangelisti. Il motivo per cui li si dipinge con dei libri ai loro
piedi, risale al fatto che essi hanno compiuto nella loro anima, e attraver-
so le loro opere, quello che hanno insegnato con le loro parole e i loro
scritti. A Matteo appartiene la figura umana. Marco è rappresentato dal
leone. I due personaggi vengono posti alla destra del trono di Dio, perché
la nascita e la resurrezione di Cristo furono una gioia generale per tutti.
Ecco perché si legge nel salmista: «L’allegria è esplosa al mattino» (Ez 1, Gv
9, Sal 29). Luca è il vitello perché inizia il suo libro parlando del sacerdote
Zaccaria e ha trattato in maniera più approfondita degli altri evangelisti
la passione di Cristo. Il vitello è infatti l’animale che è proprio dei sacrifici
dei sacerdoti; si paragona anche San Luca al vitello a causa delle sue cor-
na e, in effetti, il suo libro contiene i due testamenti, oppure al vitello dai
piedi a quattro unghie, e il Vangelo di Luca contiene le sentenze dei quat-
tro evangelisti. Con il vitello viene anche rappresentato il Cristo che fu
immolato per noi come un vitello e si pone alla sinistra perché la morte di
Cristo fu triste per gli apostoli. Giovanni viene raffigurato come
un’aquila, perché egli spicca il suo volo verso le regioni più elevate,
quando dice: «In principio era il verbo», che significa anche il Cristo, la cui
giovinezza si rinnova come quella dell’aquila, perché, risuscitato fra i
morti, rifiorisce e entra in cielo; qui l’aquila non è rappresentata vicino al
trono di Dio ma sopra di lui, perché rappresenta la sua ascensione e pro-
clama che il Verbo è in Dio.
XI. DEGLI APOSTOLI E DELLE PECORE
Alcune volte si dipingono attorno al trono di Dio, o piuttosto sotto, gli
apostoli, che furono i suoi testimoni fino alle estremità della terra con le
loro parole e con le loro opere. Li si rappresenta con i capelli simili ai Na-
zareni, cioè i Santi, perché questa era la legge dei Nazareni: «Che per tutto