Page 8 - Racconti di un pellegrino russo
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In chiesa sentii in me uno zelo che mi incitava a studiare con attenzione la preghiera
perpetua, e chiesi a Dio di volermi aiutare. Poi mi venne il timore che sarebbe stato
molto difficile andare dallo starets per confessarmi e chiedergli consiglio; in foresteria
non potevano ospitarmi più di tre giorni e nei dintorni non c’era alcun modo di essere
alloggiato… Per fortuna, seppi che a quattro verste da lì c’era un villaggio; allora vi
andai per cercare un posto e, con mia gioia, Dio mi aiutò. Potei sistemarmi come
guardiano presso un contadino, a patto di passare l’estate da solo in una capanna in
fondo all’orto. Grazie a Dio, avevo trovato un angolo tranquillo. Fu così che mi misi a
vivere e a studiare, secondo i mezzi suggeriti, la preghiera interiore, andando spesso a
vedere lo starets.
Per una settimana mi esercitai nella solitudine del mio orticello allo studio della
preghiera interiore, seguendo esattamente i consigli dello starets. Da principio, tutto
pareva andare bene. Ma poi sentii una gran pesantezza, pigrizia, noia, un sonno
invincibile e i pensieri si abbatterono su di me come nuvole. Andai dallo starets pieno
di rammarico e gli esposi il mio stato. Mi accolse con bontà e mi disse:
– Fratello caro, è la lotta che conduce contro di te il mondo oscuro, perché non c’è nulla
che esso tema tanto quanto la preghiera del cuore. Ma il nemico non agisce che secondo
la volontà e il permesso di Dio, nella misura che a noi è necessaria. È certamente
opportuno che la tua umiltà venga ancora messa alla prova; è troppo presto per arrivare
con uno zelo eccessivo alle soglie del cuore, perché correrai il rischio di cadere
nell’avarizia spirituale. Ti leggerò ora quel che dice in proposito la Filocalia.
Lo starets cercò tra gli insegnamenti del monaco Niceforo e lesse:
«Se malgrado tutti gli sforzi, fratello, non puoi entrare nella regione del cuore, come io
ti ho consigliato, fa’ quel che ti dico e, con l’aiuto di Dio, troverai quello che cerchi.
Tu sai che la ragione di ogni uomo sta nel petto… A questa ragione leva via dunque
ogni pensiero (lo puoi se lo vuoi) e ripeti il «Signore Gesù Cristo, abbiate pietà di me».
Cerca di sostituire con questa invocazione interiore ogni altro pensiero, e alla fine
questo ti aprirà certamente la soglia del cuore: l’esperienza lo garantisce».
Accolsi con gioia le parole dello starets e tornai alla mia capanna. Mi misi a fare per
filo e per segno quel che egli mi aveva insegnato. Per due giorni ci fu qualche difficoltà,
poi questo divenne così facile che quando non dicevo la preghiera, sentivo il bisogno di
riprenderla ed essa scorreva facile e leggera senza più l’applicazione costretta
dell’inizio.
Narrai questo fatto allo starets, che mi ordinò di recitare seimila preghiere al giorno e
mi disse:
* Sta’ tranquillo e sforzati soltanto di attenerti fedelmente al numero di preghiere
che ti è prescritto: Dio avrà misericordia di te. Per tutta una settimana rimasi nella mia
capanna solitaria a recitare ogni giorno le mie seimila preghiere senza preoccuparmi di
niente e senza dover lottare contro le distrazioni; cercavo solo di osservare fedelmente il