Page 10 - Racconti di un pellegrino russo
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Signore vuole rivelargli la preghiera spirituale spontanea e purificare l’anima sua dalle
passioni! È il dono che ricevono coloro che cercano il Signore nella semplicità di un
cuore che trabocca d’amore!
Ormai ti permetto di recitare tante preghiere quante tu vorrai; cerca di consacrare alla
preghiera tutto il tuo tempo, e invoca il nome di Gesù senza più contare, rimettendoti
umilmente alla volontà di Dio e sperando nel suo aiuto; egli non ti abbandonerà e
guiderà il tuo cammino.
Obbedendo a questa regola, passai tutta l’estate a recitare senza posa la preghiera di
Gesù e fui veramente sereno. Durante il sonno, sognavo a volte di star recitando la
preghiera. E durante la giornata, quando mi capitava di incontrare delle persone, esse mi
parevano così care come se fossero stati membri della mia famiglia. Le distrazioni si
erano placate e io non vivevo che con la preghiera; cominciavo a indurre il mio spirito
ad ascoltarla e a volte il mio cuore ne riceveva un senso di calore e di gioia immensi.
Quando mi succedeva di entrare in chiesa, il lungo servizio della solitudine mi pareva
breve e non mi stancava più come un tempo. La mia solitaria capannuccia mi pareva un
palazzo meraviglioso, e non sapevo come ringraziare Dio di aver mandato a me, povero
peccatore, uno starets dagli ammaestramenti così preziosi.
Ma non potei beneficiare a lungo della direzione del mio diletto e saggio starets: egli
morì sul finire dell’estate. Gli dissi addio con le lacrime agli occhi e, ringraziandolo per
il suo paterno insegnamento, gli chiesi di lasciarmi come benedizione il rosario con cui
aveva sempre pregato. Così rimasi solo. L’estate finì, si raccolsero i frutti dell’orto; non
avevo più un tetto. Il contadino mi diede due rubli d’argento per salario, riempì il mio
sacco di pane per il viaggio e io ripresi la mia vita errante, ma non ero più povero come
un tempo: l’invocazione del nome di Gesù Cristo mi sosteneva lungo il cammino e tutti
mi trattavano con bontà; pareva che tutti si fossero messi a volermi bene.
Un giorno mi chiesi che cosa avrei potuto fare con i rubli che mi aveva dato il
contadino. A che cosa mi servono? Ah, ecco: non ho più lo starets, non ho alcuno che
mi serva di guida. Mi vado a comprare una Filocalia; ne trovai una, sì, ma il negoziante
voleva tre rubli e io non ne avevo che due. Ebbi un bel contrattare, non volle scendere di
un centesimo; alla fine mi disse:
– Va’ un po’ a vedere in questa chiesa, qui accanto. Chiedi del sagrestano. So che ha un
vecchio libro come questo, e forse te lo cederà per due rubli.
Vi andai e infatti potei acquistare per due rubli una Filocalia quanto mai vecchia e
sciupata. La aggiustai come mi fu possibile con della tela e la misi nel mio sacco in
compagnia della Bibbia.
E ora eccomi pellegrino, recitando senza posa la preghiera di Gesù che mi è più cara e
più dolce di ogni altra cosa al mondo. Talvolta percorro più di settanta verste in un
giorno e non mi accorgo di camminare; sento soltanto che recito la preghiera. Quando
un freddo violento mi colpisce, recito la preghiera con maggior attenzione e ben presto
mi sento caldo e confortato. Se la fame si fa troppo insistente, invoco più spesso il nome
di Gesù Cristo e non mi ricordo più di aver avuto fame. Se mi sento male e la schiena o