Page 4 - Racconti di un pellegrino russo
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Bibbia e basta. La ventiquattresima domenica dopo la Trinità sono entrato in chiesa per
pregare mentre si recitava l’Ufficio; si leggeva l’Epistola dell’Apostolo ai Tessalonicesi,
in quel passo dove è detto: «Pregate senza posa». Quella parola penetrò profondamente
nel mio spirito, e mi chiesi come sarebbe stato possibile pregare senza posa dal
momento che ognuno di noi deve occuparsi di tanti lavori per sostenere la propria vita.
Ho cercato nella Bibbia e ho letto coi miei occhi proprio quel che avevo inteso:
Bisogna pregare senza posa, pregare con lo spirito in ogni occasione, pregare in ogni
luogo alzando mani pure.
Avevo un bel riflettere, non sapevo proprio cosa decidere. «Che fare?», pensavo. Dove
trovare qualcuno che mi possa spiegare quelle parole? Andrò nelle chiese dove
predicano uomini di gran fama, e forse là troverò quel che cerco. E mi misi in cammino.
Ho ascoltato molte prediche magnifiche sulla preghiera. Erano però istruzioni sulla
preghiera in generale; che cosa è la preghiera, perché è necessario pregare veramente, su
questo, nemmeno una parola. Ho sentito una predica sulla preghiera in spirito e sulla
preghiera perpetua; ma non mi si diceva come fare per giungere a questa preghiera.
Così, frequentando le prediche non sono riuscito ad avere quel che desideravo. Allora
ho smesso di andare alle prediche e ho deciso di cercare con l’aiuto di Dio un uomo
sapiente ed esperto, che mi sapesse spiegare quel mistero dal quale il mio spirito era
rimasto invincibilmente attratto. Quanto tempo ho camminato! Leggevo la Bibbia e
chiedevo se non si potesse trovare in qualche luogo un maestro spirituale o una guida
saggia e piena di esperienza. Una volta mi fu detto che in un villaggio viveva da molti
anni un signore che si occupava di salvare l’anima sua: «Egli ha una sua cappella, non si
muove mai e senza posa prega Dio e legge libri spirituali». A queste parole non
camminai più, ma mi misi addirittura a correre verso il villaggio; vi giunsi e mi diressi
subito alla casa di quel signore. – Che vuoi da me? –, mi chiese. – Ho sentito dire che
siete un uomo pio e saggio; per questo vi chiedo in nome di Dio di spiegarmi che cosa
vuol dire questa espressione dell’Apostolo: «Pregate senza posa», e come sia possibile
pregare in questo modo. Ecco quel che voglio capire e pure non ci so arrivare da solo. Il
signore rimase qualche istante in silenzio, mi guardò con attenzione e disse: – La
preghiera perpetua è lo sforzo incessante dello spirito umano per giungere a Dio. Per
riuscire in questo benefico esercizio, conviene chiedere spesso al Signore di insegnarci a
pregare senza posa. Prega di più, e con più zelo; la preghiera ti farà capire da sé come
può diventare perpetua; per questo ci vuole molto tempo. Dopo queste parole mi fece
servir da mangiare, mi diede qualche moneta per il viaggio e mi congedo. Ma non aveva
saputo spiegare nulla. Ripresi la mia via; pensavo, leggevo, riflettevo come meglio
potevo a quel che mi aveva detto quel signore, e pure mi era impossibile comprendere;
avevo tanta voglia di arrivarci che le mie notti passavano senza sonno. Dopo aver
percorso duecento verste, arrivai a un capoluogo di provincia. Vi scorsi un monastero.
Nella locanda mi dissero che in quel monastero viveva un superiore pio, caritatevole e
ospitale. Andai da lui. Mi accolse con bontà, mi fece sedere e mi offrì da mangiare. –
Padre santo, gli dissi, non ho bisogno di un pranzo; vorrei invece che voi mi deste un
insegnamento spirituale: come fare per salvare l’anima?
– Ecco: vivi secondo i comandamenti, prega Dio e sarai salvo!