Page 33 - Racconti di un pellegrino russo
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famiglia  nella  quale  Dio  mi  ha  permesso  di  trascorrere  alcuni  giorni.     Una  famiglia
                  ortodossa Stavo attraversando il governatorato di Toblosk e mi trovai un giorno in una
                  piccola città. Non avevo più pane e così entrai in una casa per chiederne un poco. Il
                  padrone di casa mi disse: – Capiti al momento buono. Mia moglie ha appena ritirato il
                  pane  dal  forno,  prendo  questo  pane  caldo  e  prega  Dio  per  noi.  Lo  ringraziai
                  calorosamente e, mentre parlavo, infilavo il pane nel sacco; la padrona mi vide e disse:
                  – Che povero sacco hai, tutto strappato e liso! Te ne darò un altro. E mi diede un bel
                  sacco nuovo. Li ringraziai dal profondo del cuore e partii. Nell’uscir di città, chiesi un
                  po’  di  sale  in  un  negozio  e  il  negoziante  me  ne  diede  un  sacchetto.  Ne  fui  felice  e
                  ringraziai Dio di avermi fatto incontrare persone così buone. – Posso star tranquillo una
                  settimana  –  mi  dicevo  –  potrò  dormire  senza  inquietudini.  Anima  mia,  benedici  il
                  Signore! (Sal 103 e 104,1)). Avevo fatto circa cinque verste dalla città quando vidi un
                  modesto paesino con una modestissima chiesa di legno, dalla facciata dipinta e decorata
                  con garbo. La strada passava lì accanto e io ebbi voglia di inginocchiarmi davanti al
                  tempio di Dio. Salii la scalinata e recitai una preghiera. In un prato poco discosto dalla
                  chiesa c’erano due ragazzini che giocavano; potevamo avere cinque o sei anni. Mi dissi
                  che,  malgrado  il  loro  aspetto  curato,  dovevano  essere  i  figliolini  del  prete.  Finita  la
                  preghiera me ne andai. Non avevo fatto dieci passi che sentii una voce gridare dietro a
                  me: – Signor mendicante, signor mendicante! Aspetta! Erano i ragazzini che gridavano
                  e correvano verso di me: un bambino e una bimbetta. Mi fermai e, accorrendo, essi mi
                  presero per mano. – Andiamo dalla mamma, lei vuol bene ai mendicanti. – Non sono un
                  mendicante,  ma  un  passante,  cari.  –  E  che  cosa  hai  nel  sacco?  –  Il  pane  per  il  mio
                  viaggio. – Non fa nulla, vieni con noi, la mamma ti darà il denaro per il viaggio. – E
                  dov’è la vostra mamma? – chiesi . – Laggiù, dietro la chiesa, dopo gli alberi. Mi fecero
                  entrare  in  un  magnifico  giardino,  i  mezzo  al  quale  vidi  una  grande  casa  di  ricchi;
                  entrammo  nel  vestibolo.  Tutto  era  pulito,  in  ordine,  curato.  La  signora  ci  venne
                  incontro. – Sono proprio contenta! Da che parte il Signore ti ha mandato a noi? Siedi,
                  siedi, caro. Mi levò lei stessa il sacco, lo posò su una tavola e mi fece sedere su una
                  comoda poltrona. – Vuoi mangiare? Vuoi prendere del tè? Hai bisogno di qualcosa? –
                  Vi ringrazio umilmente – risposi – ho di che mangiare nel mio sacco e il tè lo posso
                  bere, ma sono un contadino  e non ne ho l’abitudine; la vostra  gentilezza e la vostra
                  cortesia mi sono più preziose di un pranzo: pregherò Dio che vi benedica per la vostra
                  evangelica ospitalità. Dicendo queste parole sentivo un gran desiderio di rientrare in me.
                  La preghiera ferveva nel mio cuore e avevo bisogno di calma e di silenzio per lasciare
                  che quella fiamma salisse liberamente e per nascondere un poco i segni esteriori della
                  preghiera:  lacrime,  sospiri,  moti  del  viso  o  delle  labbra.  Così  mi  alzai  e  dissi:  –  Vi
                  chiedo perdono, ma devo andarmene. Che il Signore Gesù Cristo sia con voi e i vostri
                  cari figliolini. – Ah no! Che Dio ti guardi dal partire, non ti lascerò partire. Mio marito
                  deve tornare questa sera dalla città, dove fa il  giudice al  tribunale del  distretto. Sarà
                  felice di vederti: egli considera ogni pellegrino come inviato da Dio. Per di più, domani
                  è domenica, tu pregherai con noi all’Ufficio, e quel che Dio ci mangerà lo mangeremo
                  insieme.  Da  noi,  per  le  feste,  riceviamo  almeno  trenta  poveri  mendicanti,  fratelli  di
                  Cristo. E tu non mi hai ancora detto tutto di te, da dove vieni, dove vai ora! Raccontami
                  di te, mi piace sentir parlare coloro che venerano il Signore. Bambini, portate il sacco
                  del pellegrino nella camera delle immagini, passerà la notte in quella. A queste parole
                  mi stupii e mi dissi: – È un essere umano o un’apparizione? Così rimasi per aspettare il
                  padrone. Raccontai in breve il mio viaggio e dissi che andavo a Irkutsk. – Bene! – disse
                  la signora – Tu devi dunque passare per Tobolsk, mia madre vive in un convento di
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