Page 29 - Racconti di un pellegrino russo
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Dovresti andare fino all’antica Gerusalemme. Laggiù c’è una santità che non è pari a
                  nessun’altra! – Vi andrei volentieri – gli risposi – ma non ho di che pagare la traversata,
                  perché il denaro che ci vuole è molto. – Se vuoi, ti posso indicare un mezzo – disse il
                  mercante –. L’anno scorso ho mandato laggiù un vecchio che era nostro amico. Caddi ai
                  suoi piedi, ed egli soggiunse: – Stammi a sentire. Io ti darò una lettera per mio figlio che
                  sta a Odessa e commercia con Costantinopoli; egli ha delle navi, ti farà imbarcare fino a
                  Costantinopoli e di là le sue agenzie ti pagheranno il viaggio fino a Gerusalemme. Non
                  è poi  tanto caro. Ringraziai calorosamente,  colmo  di  gioia, il benefattore e tanto più
                  ringraziai Dio che manifestava il suo amore paterno per me, peccatore indurito, che non
                  faceva alcun bene né a sé né agli altri e che mangiava inutilmente il pane altrui. Sono
                  rimasto tre giorni con quel generoso mercante. Egli mi ha dato una lettera per suo figlio
                  e ora sto andando a Odessa nella speranza di raggiungere la città santa di Gerusalemme.
                  Ma non so se il Signore mi concederà di inginocchiarmi davanti al suo sepolcro di vita.





                  Terzo Racconto




                  Prima di partire da Irkutsk, tornai dal padre spirituale con il quale avevo avuto qualche
                  colloquio e gli dissi:

                  – Sono in partenza per Gerusalemme; perciò sono venuto a dirvi addio e a ringraziarvi
                  per la vostra cristiana carità verso di me, misero pellegrino.

                  Egli mi disse: – Che Dio benedica la tua via. Ma non mi hai raccontato nulla di te, che
                  sei e da dove vieni. Ho sentito molte cose sui tuoi viaggi; mi piacerebbe sapere la tua
                  origine e la vita che hai fatto fino al momento in cui hai cominciato la tua vita errante. –
                  Ve la racconterò volentieri –  gli dissi –. Non è una storia molto lunga.     La vita del
                  pellegrino



                  Sono nato  in  un villaggio  della provincia di  Orel.  Dopo la morte dei  nostri  genitori,
                  rimanemmo al mondo mio fratello, che era maggiore di me, ed io. Egli aveva dieci anni.
                  Io  tre.  Il  nonno  ci  prese  a  casa  sua  per  farci  crescere;  era  un  vecchio  stimato  e
                  benestante,  che  aveva  una  locanda  sulla  via  maestra  e,  dal  momento  che  era  un
                  galantuomo, molti viaggiatori si fermavano da lui. Andammo così a vivere con lui; mio
                  fratello era molto vivace, scorazzava tutto il giorno per il villaggio, mentre io preferivo
                  rimanere piuttosto con il nonno. Nei giorni di festa egli ci portava in chiesa, e a casa
                  leggeva  spesso  la  Bibbia,  ecco,  proprio  questa  qui  che  porto  sempre  con  me.  Mio
                  fratello  divenne  grande  e  cominciò  a  bere.  Avevo  sette  anni;  un  giorno,  ero  con  lui
                  coricato  sulla  stufa,  quando  egli  mi  diede  uno  spintone  e  mi  fece  cadere.  Mi  ferii  il
                  braccio sinistro e da quella volta non posso più servirmene. È tutto ustionato. Il nonno,
                  visto che non avrei  potuto  dedicarmi  ai  lavori dei  campi, decise di  farmi  imparare  a
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