Page 32 - Racconti di un pellegrino russo
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– Mille grazie! – gli dissi – Non sai che no prendo mai un compagno e che cammino
sempre da solo?
– Lo so, ma stammi a sentire: so che quello è proprio il compagno che ci vuole per te.
Tutto per lui andrà bene se sarà con te, e per te se sarai con lui. Il padre del proprietario
di questa fabbrica, nella quale io lavoro ora come operaio, ha fatto un voto di andare a
Gerusalemme; non avrai alcun fastidio a prenderlo con te. È un mercante di qua, un
buon vecchio, e per di più è completamente sordo. Puoi urlare fin che ti pare, egli non
sente nulla di nulla; quando gli si vuol chiedere qualcosa, bisogna scriverlo su un pezzo
di carta. Sta sempre zitto e non ti darà noia durante il cammino. Ma tu gli sarai
indispensabile nel tragitto. Suo figlio gli darà un cavallo e una carrozza che potrà
vendere poi a Odessa. Il vecchio vuol camminare a piedi, ma si potrà mettere nella
carrozza il suo bagaglio e i doni per il sepolcro di nostro Signore. Potrai posare il tuo
sacco… Ora, pensaci bene. Credi proprio che si possa lasciar andare così da solo un
vecchio completamente sordo? Abbiamo cercato da per tutto una guida, ma tutti
chiedono troppo, e poi è pericoloso lasciarlo partire con uno sconosciuto, perché il
vecchio ha denaro e oggetti preziosi. Quanto a me, mi sento di garantire per te e i
padroni ne saranno felici: sono brava gente e mi vogliono molto bene. Sono due anni
ormai che lavoro da loro. Dopo aver così parlato davanti all’uscio, mi fece entrare dal
padrone e mi resi conto che era una famiglia perbene: così accettai la loro proposta. Si
decise di partire due giorni dopo Natale, se Dio vorrà, dopo aver sentito la divina
liturgia. Ecco gli avvenimenti inattesi che avvengono sul cammino della vita! Ma è
sempre Dio e la sua divina Provvidenza che agiscono attraverso le nostre azioni e le
nostre intenzioni, com’è scritto: Perché è Dio che opera in voi il volere e il fare (Fil
2,13). Il mio padre spirituale mi disse: – Mi rallegro cordialmente, fratello carissimo,
che il Signore mi abbia permesso così di rivederti. E visto che sei libero, ti tratterrò un
poco e tu mi racconterai alcuni degli incontri che hai fatto durante la tua vita errante. Mi
è piaciuto molto sentiti narrare gli altri tuoi racconti. – Lo farò con gioia – gli risposi – e
mi misi a parlare. C’è stato del buono e del cattivo; non si può raccontare ogni cosa, e
molte sono uscite dalla mia memoria, perché ho sempre cercato di serbare il ricordo di
quello che induceva l’anima mia alla preghiera; tutto il resto l’ho rievocato ben di rado
o, per meglio dire, ho cercato piuttosto di dimenticare il passato, secondo
l’insegnamento dell’Apostolo Paolo che ha detto: «Dimenticando quello che sta dietro a
me e portandomi con tutto me stesso verso quello che sta davanti, io corro diritto alla
meta».
E il mio beato starets mi diceva che gli ostacoli alla preghiera possono venire da destra
e da sinistra o, in altre parole, se il nemico non può distogliere l’anima preghiera con
vani pensieri o immagini colpevoli, egli fa rivivere nella sua memoria ricordi edificanti
o belle idee, onde strappar via la mente alla preghiera che egli non riesce a sopportare.
Questo si chiama il distogliere da destra; l’anima, disprezzando la conversazione con
Dio, entra in delizioso colloquio con se stessa o con le creature. Così egli mi ha
insegnato che, nel tempo della preghiera, non bisognava ammettere nello spirito
nemmeno il pensiero più bello e più elevato; e se alla fine di una giornata ci si accorge
di aver passato più tempo in meditazione o in conversari edificanti anziché nella
preghiera pura e assoluta, bisogna considerarla un’imprudenza o un’avidità spirituale
egoistica, specie nei principianti, per i quali il tempo impiegato in preghiera deve essere
superiore al tempo dedicato alle altre attività di pietà. Ma non si può dimenticare
proprio tutto. Certi ricordi si imprimono così profondamente nella memoria che essi
rimangono vivi senza che si debbano evocare, come per esempio quello della santa