Page 21 - Racconti di un pellegrino russo
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– Per voi creduloni, son tutti miracoli! Cosa c’è di misterioso nella tua storia? Tu hai
gettato semplicemente qualcosa al lupo, questi ha avuto paura ed è scappato. Cani e lupi
hanno sempre paura dei gesti, e non è difficile impigliarsi le zampe tra i pruni; non
bisogna mica credere che ogni cosa che capita nella vita sia un miracolo!
– L’istitutore allora cominciò a discutere con lui:
– Non parlate così, signore! Voi non siete profondo in queste questioni… Dal canto
mio, io vedo nella storia di questo contadino un duplice mistero, sensibile e spirituale…
– Come come? – chiese il cancelliere.
– Ecco: senza avere un’istruzione superiore, voi avrete certamente studiato la storia
sacra in domande e risposte, nell’edizione per le scuole. Vi ricordate che quando il
primo uomo, Adamo, era nello stato d’innocenza, tutti gli animali erano sottomessi a
lui. Si avvicinavano a lui con timore ed egli dava loro il nome. Lo starets, al quale è
appartenuto questo rosario, era un santo: e che cos’è la santità? Null’altro che la
risurrezione nell’uomo peccatore dello stato d’innocenza del primo uomo. Ecco il
mistero della natura spirituale! Questa forza è avvertita naturalmente da tutti gli animali
e specie attraverso l’odorato; il naso è l’organo essenziale dei sensi nell’animale. Ecco il
mistero di natura sensibile…
– Per voi sapienti non ci sono che forze e storie simili; ma noi, noi vediamo le cos in
modo più semplice: versarsi un bicchiere e tracannarlo, ecco che cosa dà forza, disse il
cancelliere dirigendosi verso l’armadio.
– A voi spetta quello, affare vostro – rispose l’istitutore; ma in questo caso lasciate a noi
le nozioni un po’ dotte.
– Le parole dell’istitutore mi erano piaciute; mi avvicinai a lui e gli dissi:
– Permettetemi di raccontarvi ancora qualche cosa e proposito del mio starets. Gli
spiegai come mi fosse apparso in sogno e dopo avermi istruito, avesse fatto un segno
sulla Filocalia. L’istitutore ascoltò il mio racconto con attenzione. Il cancelliere invece,
steso su una panca, brontolava:
– È vero che si diventa matti a tenere sempre il naso incollato sulla Bibbia. Basta veder
questo bel tipo! Qual è il lupo mannaro che si diverte a sporcarti i libri durante la notte?
Avrai fatto cadere il tuo scartafaccio per terra rigirandoti nel sonno ed è finito nella
cenere… E questo è un miracolo?! Questi bricconi! Li conosco, caro mio, quelli della
tua risma!
Dopo aver brontolato in questo modo, il cancelliere si rigirò verso il muro e si
addormentò. A queste parole mi chinai verso l’istitutore e gli dissi: Se volete, vi farò
vedere il libro che porta veramente il segno, e non tracce di cenere. Estrassi la Filocalia
dal sacco e gliela mostrai dicendo: mi meraviglio che sia possibile a un’anima
incorporea prendere un carbone e scrivere…