Page 21 - Prima Catechesi Cristiana
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quale ha creato tutte le cose, che non mutando la sua natura, ma assumendo quella umana si è fatto uomo,
non solo per poter vivere con gli uomini, ma anche per poter essere ucciso per loro e da loro?
La manifestazione del Vangelo. Il Signore Gesù Cristo: vita, morte e resurrezione.
22. 40. Pertanto ha reso manifesto il Nuovo Testamento della sua eredità eterna nel quale l’uomo,
rinnovato per l’azione della grazia di Dio, conducesse una vita nuova, una vita cioè spirituale. Con ciò
Dio ha mostrato essere invecchiato il primo Testamento, in cui il popolo carnale, agendo sotto il dominio
dell’uomo vecchio –eccettuato l’esiguo numero dei patriarchi e dei profeti che giunsero alla vera
conoscenza e di alcuni santi che rimasero ignoti – e vivendo secondo la carne, desiderava dal Signore Dio
premi materiali e li riceveva come simbolo dei beni spirituali. Perciò Cristo Signore, fatto uomo, ebbe in
spregio tutti i beni terreni, per insegnarci che si devono aver in spregio. E sopportò tutti i mali terreni, per
raccomandarci che si devono sopportare, affinché non si cercasse in quelli la felicità, né si temesse in
questi l’infelicità. Nato da una madre che, sebbene mai toccata da uomo, concepì e rimase vergine sempre
– nel concepimento, nel parto e fino alla morte –, anche se era stata sposa di un artigiano, Cristo Signore
rinunciò ad ogni orgoglio di nobiltà di sangue. Inoltre, nato nella città di Betlemme, che tra tutte le città
della Giudea era così insignificante da essere chiamata villaggio – come ancor oggi –, Cristo Signore volle
insegnarci che nessuno si deve gloriare dello splendore di alcuna città terrena. Si fece anche povero, lui al
quale tutto appartiene e per il cui mezzo tutte le cose sono state create, perché nessuno, credendo in lui,
osasse esaltarsi a motivo delle ricchezze terrene. Non volle essere fatto re dagli uomini, perché voleva
mostrare la via dell’umiltà agli sventurati che la superbia aveva allontanato da lui, sebbene l’universa
creazione attesti il suo regno eterno. Ebbe fame, lui che nutre ogni creatura; ebbe sete, lui per il cui mezzo
è stata creata ogni bevanda; lui che è spiritualmente pane degli affamati e fonte degli assetati. Si affaticò
nel camminare per le vie terrene, lui che si fece nostra via verso il cielo. Fu come muto e sordo davanti a
coloro che lo insultavano, lui che fece parlare il muto ed udire il sordo. Fu legato, lui che liberò dai
legami derivanti dalle infermità. Fu flagellato, lui che allontanò dai corpi degli uomini i flagelli di tutti i
dolori. Fu crocifisso, lui che mise termine ai nostri tormenti, morì, lui che risuscitò i morti. Ma è anche
risorto per non morire mai più, affinché non si apprendesse da lui a disprezzare la morte, come se non si
dovesse mai più essere.
L’ascensione del Signore. La discesa dello Spirito Santo. La nuova Legge.
23. 41. Confermati poi i suoi discepoli, dopo aver dimorato con loro per quaranta giorni, ascese al cielo
davanti ai loro occhi; e, compiuti cinquanta giorni dalla resurrezione, mandò loro – come aveva promesso
– lo Spirito Santo, tramite cui, diffusa la carità nei loro cuori, potessero essere anche in grado di
adempiere la legge, non solo senza peso, ma con gioia; quella legge che era stata data ai Giudei in dieci
comandamenti, che essi chiamano Decalogo; quella legge che, d’altra parte, si riduce a due: amare Dio
con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente ed amare il prossimo come noi stessi. In verità, che
in questi due comandamenti si raccolgano tutta la legge e i profeti, lo ha detto il Signore stesso nel
Vangelo e l’ha dimostrato con il suo esempio. E dal giorno in cui il popolo d’Israele per la prima volta
celebrò a modo di figura la Pasqua, uccidendo e mangiando l’agnello, con il cui sangue furono segnati gli
stipiti delle porte a tutela della sua salvezza, da quel giorno dunque, trascorsi cinquanta giorni, esso
ricevette la legge scritta dal dito di Dio, espressione con la quale, l’abbiamo già detto, è significato lo
Spirito Santo. Così come nel cinquantesimo giorno dopo la passione e resurrezione del Signore, che è la
vera Pasqua, è stato mandato ai discepoli lo Spirito Santo stesso, che non significava più con le tavole di
pietra la durezza dei loro cuori. Mentre dunque erano riuniti nel medesimo luogo, proprio in
Gerusalemme, improvvisamente dal cielo si fece sentire un suono, come se avanzasse un vento impetuoso,
e apparvero loro lingue divise come di fuoco, ed essi cominciarono a parlare diverse lingue, cosicché tutti
quelli che erano convenuti presso di loro potevano intendere ciascuno la propria lingua. Giacché i Giudei
usavano radunarsi nella città di Gerusalemme da tutte le terre per dove si fossero dispersi, e avevano
imparato lingue diverse di genti diverse. A partire dal quel giorno i discepoli, annunciando Cristo con fede
piena, compivano nel suo nome molti miracoli; tanto che, passando Pietro e toccando con la sua ombra un
morto, questi risuscitò.
La vita dei primi fedeli in Cristo. La conversione dei Giudei.
23. 42. Ma fra i Giudei, vedendo che si compivano miracoli tanto grandi nel nome di Colui che avevano
crocifisso, in parte per invidia, in parte per errore, alcuni furono aizzati a perseguitare gli annunciatori di
Cristo, gli apostoli; altri, al contrario, meravigliandosi assai del fatto che si compissero miracoli tanto
grandi nel nome di Colui che avevano deriso pensando d’averlo sopraffatto e vinto, pentendosi, in
Agostino – Catechesi cristiana pag. 19 di 24