Page 17 - Prima Catechesi Cristiana
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tanto più volle creare l’uomo e la donna dal momento che creò gli animali, per riempire la terra di beni
                  terreni. Senza dubbio l’uomo, anche se peccatore, è superiore agli animali. Ma Dio volle piuttosto dar loro
                  un  comandamento  (che  non  avrebbero  osservato)  perché  fossero  inescusabili,  quando  egli  avesse
                  cominciato a punirli. Infatti qualunque cosa l’uomo faccia, trova che Dio è degno di lode  nei suoi atti. Se
                  opera rettamente lo trova degno di lode per l’equità della ricompensa; se pecca lo trova degno di lode per
                  l’equità dei castighi; se, confessati i peccati, ritorna ad una retta condotta di vita, lo trova degno di lode
                  per la misericordia del perdono. Perché dunque Dio non avrebbe dovuto creare l’uomo, pur prevedendo
                  che avrebbe peccato, dal momento che egli lo avrebbe premiato se fosse stato rimasto integro, lo avrebbe
                  sottomesso al debito ordine se fosse caduto, lo avrebbe aiutato se si fosse risollevato, egli che è sempre e
                  dovunque degno di gloria per la sua bontà, la sua giustizia, la sua clemenza? Soprattutto Dio lo ha creato
                  perché prevedeva che dalla progenie umana sarebbero nati pure i suoi santi: coloro che non avrebbero
                  cercato  la  propria  gloria,  ma  l’avrebbero  tributata  al  loro  Creatore  e  che,  liberati  da  ogni  corruzione,
                  venerandolo,  avrebbero  meritato  di  vivere  sempre  e  beatamente  con  gli  angeli  santi.  Infatti,  colui  che
                  diede agli uomini il libero arbitrio perché lo venerassero non per vincolo di servitù ma per libera volontà,
                  lo diede anche agli angeli. Perciò l’angelo che, con gli altri spiriti suoi seguaci, a causa della sua superbia
                  ha desistito dall’obbedienza dovuta a Dio ed è divenuto diavolo, non ha nuociuto in nulla a Dio, ma ha
                  nuociuto  a  se  stesso.  Poiché  Dio  sa  richiamare  all’ordine  le  anime  che  lo  abbandonano  e  dalla  loro
                  meritata  sventura  sa  ricavare  ornamento  per  le  parti  inferiori  della  sua  creazione  con  leggi  molto
                  appropriate ed adatte derivanti dalla sua mirabile economia. Pertanto il diavolo non ha nuociuto in nulla a
                  Dio, per il fatto d’esser caduto egli stesso o d’aver trascinato l’uomo alla morte; né per parte sua l’uomo
                  ha sminuito in nulla la verità o la beatitudine del suo Creatore per aver dato volontariamente assenso alla
                  sua  donna,  sedotta  dal  diavolo,  a  che  si  compisse  ciò  che  Dio  aveva  proibito.  Tutti  infatti  sono  stati
                  condannati  dalle  giustissime  leggi  divine,  rimanendo  Dio  nella  sua  gloria  attraverso  l’equità  della
                  punizione,  l’uomo  nell’ignominia  attraverso  la  vergogna  della  pena:  affinché  l’uomo,  allontanatosi  dal
                  Creatore e vinto, fosse sottomesso al diavolo, e il diavolo fosse dato per esser vinto all’uomo che sapesse
                  volgersi di nuovo verso il Creatore. In tal modo chi continuerà ad acconsentire al diavolo fino alla fine,
                  andrà con lui verso il castigo eterno; chi invece si umilierà di fronte a Dio, e per sua grazia sarà in grado
                  di vincere il diavolo, meriterà l’eterna ricompensa.
                  Le due città.

                  19. 31. Non ci deve turbare neppure il fatto che molti uomini acconsentano al diavolo e pochi seguano
                  Dio.  Perché  anche  il  frumento,  in  confronto  alla  paglia,  è  in  quantità  di  molto  inferiore.  Ma  come
                  l’agricoltore sa cosa fare del gran mucchio di paglia, così la moltitudine dei peccatori è nulla dinanzi agli
                  occhi di Dio che sa cosa farne, perché il governo del suo regno non venga turbato e deturpato da nessuna
                  parte. Perciò non si deve pensare che il diavolo sia vincitore per il fatto che ha tratto a sé molti uomini,
                  insieme ai quali potrebbe essere vinto da pochi. Pertanto, dall’inizio del genere umano fino alla fine del
                  mondo  si  trovano  ad  esistere  due  città,  una  di  ingiusti,  l’altra  di  santi;  presentemente  sono  mescolate
                  quanto ai corpi, ma sono distinte quanto alle volontà di coloro che vi fanno parte; nel giorno del giudizio
                  invece dovranno essere separate anche materialmente. Infatti tutti gli uomini, tutti gli spiriti che con vano
                  orgoglio e con ostentata arroganza amano la grandezza e il dominio di questo mondo e cercano la propria
                  gloria  nell’assoggettare  gli  altri,  appartengono  alla  cerchia  di  una  medesima  società.  Anche  se  spesso
                  costoro lottano l’un contro l’altro per il raggiungimento di queste cose, tuttavia sono trascinati giù nel
                  medesimo abisso dal peso di un’ugual cupidigia, accomunati dalla somiglianza della loro condotta di vita
                  e delle loro colpe. Al contrario, tutti gli uomini e tutti gli spiriti che con umiltà cercano la gloria di Dio,
                  non la propria, e che lo seguono con devozione, fanno parte di una stessa società. E nondimeno Dio molto
                  misericordioso è paziente con gli uomini empi ed offre loro l’opportunità di pentirsi e di correggersi.

                  Il diluvio. Ciò che il diluvio rappresenta.

                  19. 32. Quanto poi al fatto d’aver annientato con il diluvio tutti gli uomini, eccettuato un sol giusto con i
                  suoi, che volle salvare nell’arca, Dio certamente sapeva che essi non si sarebbero corretti. Ciò nonostante,
                  durante i cento anni in cui l’arca fu costruita, era annunciato con tutta chiarezza che l’ira divina stava per
                  abbattersi  su  di  loro.  E  che,  se  fossero  tornati  a  Dio,  Dio  li  avrebbe  risparmiati.  Come  risparmiò
                  successivamente la città di Ninive che fece penitenza, allorché le fu preannunciata, per bocca del profeta,
                  l’imminente distruzione. Così agisce Dio anche nei riguardi di coloro che egli sa che persevereranno nel
                  male, dando loro il tempo di pentirsi, per esercitare la nostra pazienza e forgiarla sul suo esempio; donde
                  apprendiamo con quanta tolleranza dobbiamo sopportare gli uomini malvagi, dal momento che ignoriamo
                  come saranno in seguito: giacché Colui al quale nulla del futuro è nascosto li risparmia e permette loro di





                  Agostino – Catechesi cristiana                                             pag. 15 di 24
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