Page 16 - Prima Catechesi Cristiana
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dalla fede.
Altri vogliono diventare cristiani per entrare nel regno eterno con Cristo: costoro sono realmente cristiani.
17. 27. Chi invece, a motivo della beatitudine sempiterna e della pace perpetua promessa ai santi dopo
questa vita, ha intenzione di diventare cristiano, per non andare nel fuoco eterno con il diavolo, ma per
entrare nel regno eterno con Cristo, questi è realmente cristiano. Guardingo in ogni tentazione, per non
essere corrotto dalla prosperità, per non essere fiaccato dalle avversità, misurato e temperante
nell’abbondanza dei beni terreni, forte e paziente nelle tribolazioni. Chi inoltre col progredire giunga a
possedere una tale disposizione d’animo tanto da avere un amore per Dio più grande del timore della
gehenna, se anche Dio gli dicesse: “ Godi per sempre dei piaceri della carne e pecca quanto puoi; non
morrai, né sarai mandato nella gehenna, ma semplicemente non sarai con me “, rabbrividirebbe e si
asterrebbe del tutto dal commettere peccato, non già per non incorrere in ciò che temeva, ma per non
offendere Colui che egli tanto ama: Colui nel quale solo è la pace che occhio non ha visto né orecchio
udito, e quella pace che non è scaturita dal cuore dell’uomo e che è stata preparata da Dio per coloro che
lo amano.
La pace di Dio e dei suoi santi nel settimo giorno.
17. 28. Ad essa allude la Scrittura, non tacendo che, dall’inizio del mondo quando Dio creò il cielo, la
terra e tutte le cose che sono in essi, operò per sei giorni, e il settimo riposò. Egli, l’Onnipotente, di fatto
avrebbe potuto creare tutto in un solo istante. E certo non aveva lavorato da doversi riposare, poiché: Egli
disse e le cose furono fatte: comandò e furono create; ciò per significare che, dopo le sei età di questo
mondo, nella settima età, come nel settimo giorno, egli riposerà nei suoi santi. Perché questi riposeranno
in lui dopo aver compiuto ogni opera buona in cui lo hanno servito e che egli stesso ha operato in loro,
egli che chiama e comanda, rimette le colpe passate e rende giusto chi prima era empio. Come, quando
l’uomo opera il bene in virtù della sua grazia, si dice giustamente che è Dio ad operare, così, quando
riposano in lui, giustamente si dice che è lui a riposare. Del resto, per quel che lo riguarda, egli non cerca
riposo, perché non avverte fatica. Ha creato tutte le cose mediante il suo Verbo: e il suo Verbo è Cristo
stesso, in cui riposano gli angeli e tutti i purissimi spiriti celesti in un santo silenzio. Ma l’uomo, caduto a
causa del peccato, ha perduto la pace che aveva nella divinità del Verbo, ma l’ha riacquistata nella sua
umanità. Per questo, nel tempo opportuno in cui il Verbo sapeva che occorreva accadesse, si è fatto uomo
ed è nato da donna. Certo il Verbo non poteva essere contaminato dalla carne, lui che piuttosto doveva
purificarla. I santi dell’evo antico conobbero e profetarono nella rivelazione dello Spirito che egli sarebbe
venuto. E così furono salvati credendo che sarebbe venuto, come noi siamo fatti salvi credendo che è
venuto: affinché amassimo Dio che ci ha amato a tal punto da mandare a morire, per mano di peccatori e
per i peccatori, il suo unico Figlio, rivestitosi della nostra umile condizione di mortali. Infatti, da sempre
fin dall’inizio dei secoli, la sublimità di questo mistero non cessa di essere prefigurata e preannunciata.
La creazione del cosmo e dell’uomo.
18. 29. Perché Dio onnipotente, buono, giusto e misericordioso, che creò buone tutte le cose, le grandi e le
piccole, le più elevate e le più umili; le cose visibili, come il cielo, la terra, il mare, e nel cielo il sole e la
luna e gli altri astri, sulla terra poi e nel mare gli alberi e gli arbusti, gli animali di ogni specie e tutti i
corpi viventi nel cielo e sulla terra; e le cose invisibili, come il soffio vitale dal quale i corpi ricevono vita
e vigore; Dio creò pure l’uomo a sua immagine, affinché, come egli con la sua onnipotenza è a capo
dell’intera creazione, così l’uomo, con l’intelligenza, tramite cui è in grado di conoscere e venerare anche
il suo Creatore, sovrastasse tutti gli animali della terra. Poi creò la donna perché aiutasse l’uomo: non la
creò in vista della concupiscenza della carne – dal momento che essi a quel tempo, prima che la mortalità,
castigo derivante dal peccato, si impossessasse di loro, non avevano corpi corruttibili –; ma la creò perché
l’uomo avesse gloria ogni qualvolta la precedesse nel cammino verso Dio e le si offrisse come modello
nella santità e nella pietà; così come l’uomo fosse motivo di gloria per Dio, ogni qualvolta si conformasse
alla sua sapienza.
Il paradiso e il peccato dell’uomo.
18. 30. Pertanto, Dio li pose in un luogo di beatitudine perpetua, che la Scrittura chiama paradiso. Diede
loro un comandamento: se non lo avessero trasgredito sarebbero rimasti sempre in quella immortale
beatitudine; al contrario, se lo avessero trasgredito avrebbero scontato il castigo della mortalità. Dio,
d’altra parte, prevedeva la loro trasgressione; nondimeno, poiché egli è Creatore e autore di ogni bene,
Agostino – Catechesi cristiana pag. 14 di 24