Page 11 - Prima Catechesi Cristiana
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novità,  contraria  all’opinione  familiare  di  un  inveterato  errore,  scandalizza  e  sconcerta  l’uditore  mal
                  disposto. Se il suo dissentire si sia manifestato con chiarezza e si dimostri sanabile, occorre senza alcun
                  indugio ripararlo con abbondanza di testimonianze e di argomentazioni probanti. Se invece è celato dal
                  silenzio, può venire in soccorso il rimedio divino. Ma se chi ascolta si ritrae e si rifiuta di essere soccorso,
                  ci consoli l’esempio offerto dal Signore, il quale, essendosene alcuni andati via scandalizzati a causa della
                  sua parola che era parsa dura, disse a quanti erano rimasti: Forse volete andarvene anche voi?  Infatti,
                  bisogna  tenere  per  cosa  ben  ferma  ed  immutabile  nell’animo  che,  trascorso  il  tempo  opportuno,  la
                  Gerusalemme fatta prigioniera dalla Babilonia di questo mondo sarà liberata e nessuno dei suoi cittadini
                  perirà: colui che perirà, infatti, non apparteneva ad essa. Poiché il fondamento gettato da Dio sta saldo e
                  porta questo sigillo: Il Signore conosce i suoi. E si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del
                  Signore.  Meditando  ciò  ed  invocando  nel  nostro  cuore  il  Signore,  avremo  meno  timore  del  dubbio
                  risultato del nostro discorso per le incerte reazioni di chi ascolta. E ci procurerà perfino gioia il sopportare
                  i fastidi che comporta il compiere l’opera di carità, se, nel compierla, non cercheremo la nostra gloria.
                  Un’opera è veramente buona quando l’intuizione di chi agisce è proiettata come un dardo dalla carità e,
                  ritornando per così dire al luogo che le è proprio, trova nuovamente pace nella carità. Persino una lettura
                  che ci diletta o un discorso particolarmente curato che amiamo ascoltare, tale, se lo si metta in luce, da
                  rendere  la  nostra  parola  stanca  e  tediosa  e  da  relegarla  in  secondo  piano,  dopo  la  nostra  fatica  ci
                  troveranno più disposti a gustarli e ci risulteranno più graditi. Con maggiore fiducia pregheremo Dio che
                  ci parli come desideriamo, se accettiamo con gioia che egli parli, per bocca nostra, come possiamo. Così
                  avviene che per coloro che amano Dio tutto concorra al bene.

                  Il fastidio di ripetere molte volte argomenti ben noti.

                  12.  17.  Se  poi  ci  infastidisce  ripetere  molte  volte  argomenti  usuali  e da bambini, adattiamoci a chi ci
                  ascolta con amore fraterno, paterno e materno e, così uniti in un cuor solo, anche a noi quegli argomenti
                  sembreranno nuovi. Infatti il sentimento di un animo capace di condividere tanto può che, quando coloro
                  che ci ascoltano sono impressionati da noi che parliamo e noi da loro che apprendono, ci si compenetra a
                  vicenda: di conseguenza, quelli espongono quasi per bocca nostra ciò che ascoltano, mentre noi in certo
                  modo apprendiamo da loro ciò che insegniamo. Forse non accade solitamente che quando mostriamo a
                  persone che mai prima li avevano visti luoghi di splendida bellezza, siti in città o in campagna, davanti ai
                  quali  solevamo  passare  senza  sentire  alcun  piacere  per  averli  già  visti  molte  volte,  il  nostro  diletto  si
                  rinnovi partecipando al diletto suscitato negli altri dalla novità? E ciò tanto più accade, quanto più queste
                  persone  ci  sono  amiche,  giacché,  in  virtù  del  vincolo  dell’amore,  in  quanto  siamo  in  loro,  in  tanto
                  sentiamo nuove anche per noi le cose vecchie. Ma, se abbiamo fatto qualche passo avanti nel contemplare
                  le cose, non desideriamo ormai che le persone che amiamo provino gioia e meraviglia vedendo le opere
                  compiute  dalla  mano  dell’uomo,  ma  desideriamo  che  si  elevino  fino  a  cogliere  l’arte  e  il  progetto
                  dell’istitutore e quindi si innalzino fino ad ammirare e lodare Dio, creatore di tutte le cose, nel quale si
                  trova il fine sommamente fecondo dell’amore. Dunque, tanto più dobbiamo gioire quando gli uomini si
                  presentano per imparare a conoscere Dio stesso, per il quale deve essere appresa ogni cosa da apprendere;
                  e partecipare come uomini nuovi al loro rinnovamento, cosicché, se solitamente il nostro insegnamento è
                  troppo freddo, diventi ardente per l’udienza insolita riservatagli dai nostri ascoltatori. A ciò si aggiunge, al
                  fine di ottenere la gioia, la riflessione che facciamo considerando da quale errore  mortale l’uomo passi
                  alla vita della fede. E se per caso, per indicare la strada a una persona provata dallo sforzo di andare
                  errando, ci capita di passare per vie ben conosciute con gioia benefica, con tanta maggiore prontezza e
                  letizia dobbiamo camminare nella dottrina salvifica  – anche per quelle parti che non occorre ripetere a
                  noi stessi – allorché conduciamo per le vie della pace un’anima degna di compassione e fiaccata dagli
                  errori di questo mondo, comandandocelo colui stesso che ci ha dato quella pace.

                  L’impassibilità di chi ascolta scoraggia chi parla.

                  13. 18. Nondimeno, in vero, è certo difficile proseguire il discorso fino al termine prestabilito, quando non
                  si  vede  alcun  cenno  di  assenso  da  parte  di  chi  ascolta:  o  perché,  frenato  da religioso timore, non osa
                  manifestare verbalmente o con un gesto la sua approvazione, o perché è trattenuto dall’umana timidezza, o
                  perché non comprende ciò che gli viene detto o lo ritiene di poco conto. Allorché, non potendo discernere
                  da parte nostra lo stato d’animo di chi ascolta, si è nell’incertezza, bisogna allora tentare di mettere in atto
                  con  il  discorso  tutti  i  mezzi  che  possono  servire  a  spronarlo  e,  per  così  dire,  a  farlo  uscire  dal  suo
                  nascondiglio. Giacché bisogna bandire con suasivo incoraggiamento l’eccessivo timore che gli impedisce
                  di esprimere la sua opinione; mitigarne la timidezza introducendo un rapporto fraterno; cercare di rendersi
                  conto con qualche domanda della sua capacità di capire; dargli fiducia, in modo che, qualora gli sembri di





                  Agostino – Catechesi cristiana                                              pag. 9 di 24
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