Page 6 - Prima Catechesi Cristiana
P. 6
eccelsa non per la sua malvagità, ma per la sua bontà, potesse aver cura di lui.
L’intera Scrittura narra di Cristo e raccomanda l’amore.
4. 8. Se dunque Cristo è venuto perché l’uomo conoscesse quanto Dio lo ami e lo sapesse per infiammarsi
d’amore verso chi per primo lo ha amato e per amare il prossimo secondo il precetto e l’esempio di lui
che si è fatto prossimo dell’uomo amandolo quando non gli era vicino, ma andava errando da lui lontano;
se tutta la Scrittura divina che è stata redatta prima, lo è stata per preannunciare la sua venuta se ciò che
in seguito è stato tramandato per iscritto e confermato dall’autorità divina narra di Cristo e raccomanda
l’amore, è evidente allora che in quei due precetti riguardanti l’amore di Dio e del prossimo si raccolgono
non solo tutta la legge e i profeti (la sola Scrittura esistente quando il Signore diceva quelle cose), ma
anche tutti i restanti libri delle lettere divine, composti più tardi per la salvezza degli uomini e tramandati
ai posteri. Per ciò nell’Antico Testamento è adombrato il Nuovo e nel Nuovo Testamento è reso manifesto
l’Antico. Conformemente al velo che oscura l’uno, gli uomini carnali che pensano alle cose della carne
sono stati allora e sono ora assoggettati dal timore dei castighi. Al contrario, conformemente alla
rivelazione manifestata dall’altro, gli uomini spirituali che pensano alle cose dello spirito sono stati resi
liberi dal dono della carità: e quelli che a quel tempo per il loro devoto atteggiamento videro aprirsi le
cose ancora occulte e quelli che ora con atteggiamento non superbo sono in ricerca perché non si
chiudano di nuovo le porte. Poiché dunque nulla è più contrario alla carità dell’invidia – e madre
dell’invidia è la superbia –, lo stesso Signore Gesù Cristo, Dio uomo, è segno dell’amore di Dio verso di
noi e in mezzo a noi esempio dell’umiltà che l’uomo deve avere, al fine che la grande superbia che ci è
propria sia sanata da un più forte e contrario rimedio: infatti grande disgrazia è un uomo superbo, ma più
grande misericordia è un Dio umile. Pertanto, dopo esserti proposto un tale amore come fine a cui
orientare tutto ciò che dici, esponi ogni cosa in modo che chi ti ascolta ascoltando creda, credendo speri e
sperando ami.
Le intenzioni dell’uomo e la misericordia di Dio: come il catechista deve avviare il suo discorso.
5. 9. Anche sulla base della severità di Dio, che incute ai cuori degli uomini un sacrosanto timore, deve
essere edificata la carità. In tal modo chi gode d’essere amato da Colui che teme, avrà l’ardire di riamarlo
e non avrà il coraggio di dispiacere all’amore di lui, anche potendolo fare impunemente. In vero accade
molto raramente, anzi mai, che qualcuno venga con l’intenzione di diventare cristiano senza essere toccato
nel profondo da un certo timore di Dio. Se infatti ha intenzione di diventare cristiano perché attende
qualche vantaggio dalle persone che gli stanno intorno, alle quali ritiene altrimenti di non essere gradito,
oppure perché vuol evitare danni da altre, dalle quali teme offesa o inimicizia, questi non vuole diventare
veramente cristiano quanto piuttosto fingere di esserlo. Giacché la fede non è espressa da un corpo che si
prostra, ma da un animo che crede. Spesso però, tramite l’opera del catechista, subentra la misericordia di
Dio, cosicché il candidato, colpito dal discorso, vuol ormai diventare ciò che aveva stabilito di fingersi:
quando un tale desiderio abbia preso in lui il sopravvento, allora possiamo ritenere che egli sia mosso da
motivi genuini. Certo a noi rimane nascosto il momento in cui aderisca con il cuore quegli che già
vediamo presente con il corpo; nondimeno dobbiamo agire con lui in modo che nel suo animo si sviluppi
questo desiderio, seppure non c’è. Se poi già esiste e noi lo confermiamo con la nostra opera, non è fatica
sprecata, anche se non sappiamo in quale tempo e in quale ora sia sorto. Senza dubbio è utile essere
possibilmente avvertiti in precedenza, da coloro che conoscono il candidato, su quali siano le disposizioni
interiori o su quali motivi lo abbiano spinto ad abbracciare la religione. E se non ci fosse persona da cui
avere queste informazioni, occorre interrogare lui stesso per condurre l’inizio del nostro discorso secondo
il tenore delle sue risposte. Se si è accostato con falsa intenzione, spinto dal desiderio di ottenere vantaggi
umani o di evitare eventuali danni, in ogni caso ha l’intenzione di mentire; tuttavia, proprio dal fatto che
mente si deve trarre lo spunto iniziale del discorso; non già per contraddire la sua menzogna, quasi tu ne
fossi certo, ma, se egli dice d’essere venuto con una certa intenzione che si deve apprezzare, sia vero o
falso ciò che dice, occorre approvare e lodare tuttavia quell’intenzione manifestata nella sua risposta. E
ciò per far sì che egli si rallegri d’esser tale quale desidera apparire. Se poi manifesta motivi diversi da
quelli che dovrebbero pervadere l’animo di chi deve essere iniziato alla fede cristiana, occorre riprenderlo
con dolcezza e moderazione, come uomo privo di esperienza e di cognizioni, mettere in evidenza e
raccomandare con brevità e convinzione il fine della dottrina cristiana in tutta la sua verità; e ciò senza
occupare il tempo destinato all’esposizione storica e senza volerla imporre ad un animo non disposto in
precedenza: bisogna che tu ti adoperi perché egli voglia quello che o per errore o per dissimulazione non
voleva ancora.
Ammonizioni divine e responsi più sicuri delle Scritture.
Agostino – Catechesi cristiana pag. 4 di 24