Page 23 - Prima Catechesi Cristiana
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eterna, che i santi riceveranno, così nessun tormento derivante dalle pene terrene può essere paragonato
                  agli eterni tormenti riservati agli ingiusti.

                  La fede nella resurrezione del corpo.
                  25.  46.  Pertanto,  fratello,  conferma  te  stesso  nel  nome  e  nell’aiuto  di  Colui  in  cui  credi,  contro  le
                  maldicenze di coloro che deridono la nostra fede: valendosi di loro il diavolo pronuncia parole miranti a
                  sedurre, con l’intenzione di schernire soprattutto la nostra fede nella resurrezione. Ma da te stesso, che
                  pure sei, trai le ragioni per credere che sarai, giacché mentre prima non esistevi, ora vedi che esisti. Dove
                  era infatti la mole del tuo corpo, la conformazione e la compagine delle membra pochi anni prima che tu
                  nascessi o perfino prima che tu fossi concepito nel seno di tua madre? Dove era la mole e la statura del tuo
                  corpo?  Non  è  forse  venuta  alla  luce  dai  nascosti  recessi  di  questa  natura  creata,  forgiata  dalla  mano
                  invisibile del Signore Dio, e non è forse cresciuta attraverso regolari fasi di sviluppo proprie delle varie
                  età fino alla presente dimensione e forma? Forse è difficile per Dio, che in un istante raduna da luoghi
                  nascosti cumuli di nubi e copre il cielo in un batter d’occhio, rendere quale era codesta grandezza del tuo
                  corpo, egli che è stato in grado di crearla così, quando non esisteva ancora?. Credi dunque, con una fede
                  decisa e ferma, che tutte le cose che morendo sembrano quasi sottrarsi agli occhi degli uomini, sono salve
                  ed  integre  per  l’onnipotenza  di  Dio;  egli,  quando  vorrà,  le  rigenererà  senza  alcun  indugio  o  ostacolo,
                  naturalmente  solo  quelle  che  la  sua  giustizia  riterrà  degne  di  essere  rigenerate.  Affinché  gli  uomini
                  rendano conto delle loro azioni proprio nei corpi nei quali le hanno commesse. E in questi meritino o la
                  trasformazione nell’incorruttibilità celeste, come ricompensa della loro pietà, o lo stato di corruttibilità del
                  corpo,  come  castigo  dei  loro  peccati;  stato  che  non  vien  meno  con  la morte, ma  è destinato a fornire
                  materia a dolori eterni.

                  L’eterna beatitudine dei santi.

                  25.  47. Fuggi dunque mediante una fede perseverante  e una retta condotta di vita, fuggi, fratello, quei
                  tormenti in cui né i torturatori desistono né i torturati muoiono; per questi ultimi è una morte senza fine
                  non poter morire nei tormenti. Ed infiàmmati d’amore e di desiderio per la vita eterna dei santi, dove non
                  sarà faticoso l’agire e il riposare non sarà inoperoso: il lodare Dio non conoscerà stanchezza né sosta; non
                  si proverà alcuna noia nell’animo, alcuna fatica nel corpo; non si imporrà necessità alcuna né riguardante
                  te, a cui tu desideri si provveda, né riguardante il prossimo, a cui tu debba cercare di provvedere. Dio sarà
                  ogni delizia e pienezza della città santa, che in sapienza e beatitudine vivrà in lui e di lui. Infatti saremo
                  resi come speriamo e desideriamo – secondo la sua promessa – uguali agli angeli di Dio  e, insieme a loro,
                  ormai per visione diretta, godremo in ugual misura di quella Trinità nella quale ora ci muoviamo per fede.
                  Crediamo infatti a ciò che non vediamo  per essere degni, per i meriti stessi della fede, di vedere poi ciò
                  che  crediamo  e  aderirvi.  Per  non  proclamare  più  con  parole  della  fede  e  in  una  lingua  risuonante
                  l’uguaglianza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e l’unità della stessa Trinità e come i Tre siano un
                  solo  Dio,  ma  per  accogliere  nel  silenzio  il  mistero,  penetrandosene,  con  la  più  pura  e  fervente
                  contemplazione.

                  Esortazione finale rivolta al precatecumeno.
                  25.  48.  Tieni  fissa  nel  cuore  questa  certezza  ed  invoca  Dio  in  cui  credi,  perché  ti  protegga  contro  le
                  tentazioni del diavolo. E sii guardingo, affinché quel nemico che ricerca, quale malvagissimo sollievo alla
                  sua dannazione, altri che si dannino con lui, non venga a te di soppiatto per una via inaspettata. Poiché il
                  diavolo osa tentare i cristiani non solo attraverso coloro che hanno in odio il loro nome, si dolgono che la
                  terra intera ne sia stata pervasa e desiderano ancora essere schiavi di simulacri e superstizioni diaboliche;
                  ma  talvolta  cerca  anche  di  tentarli  attraverso  coloro  che  –  li  abbiamo  menzionati poco sopra  –, recisi
                  dall’unità della Chiesa, come vite potata, sono chiamati eretici o scismatici. E qualche volta cerca pure di
                  tentarli o di sedurli, servendosi dei Giudei. Ma soprattutto bisogna evitare che qualcuno non sia tentato e
                  tratto in inganno da coloro che sono nell’ambito della Chiesa cattolica e che essa sopporta come paglia
                  fino  al  momento  del  vaglio.  Per  questo  infatti  Dio  è  paziente    nei  confronti  di  tali  persone,  sia  per
                  confermare la fede e la saggezza dei suoi eletti esercitandole con l’altrui stoltezza, sia perché tra costoro
                  molti  fanno  progressi  sulla  retta  via  e,  deplorando  lo  stato  delle  loro  anime,  con  grande  slancio  si
                  convertono per piacere a Dio. Poiché non tutti, per la pazienza di Dio, accumulano l’ira nei loro confronti
                  per il giorno dell’ira del giusto giudizio: al contrario una tale pazienza dell’Onnipotente conduce molti al
                  dolore estremamente salutare della penitenza. Finché non accada ciò, viene messa alla prova attraverso di
                  loro non solo la pazienza ma anche la misericordia di chi cammina sulla retta via. Pertanto ti capiterà di
                  vedere  non  pochi  ubriaconi,  avari,  frodatori,  giocatori  d’azzardo,  adulteri,  fornicatori,  individui  che  si




                  Agostino – Catechesi cristiana                                             pag. 21 di 24
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