Page 71 - Prediche di Meister Eckhart
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Della  nobiltà  dell’uomo  interiore  e  della  indegnità  dell’uomo  esteriore,
                  della carne, i maestri pagani Cicerone e Seneca dicono anche che nessuna
                  anima razionale è senza Dio; il seme di Dio è in noi. Se  essa avesse un
                  uomo buono, saggio e laborioso che la coltivasse, prospererebbe molto di
                  più e si eleverebbe verso Dio, di cui è seme, e il frutto sarebbe simile alla
                  natura di Dio. Il seme  del pero si ingrandisce  per  diventare  un  pero,  il
                  seme del noce per diventare noce, il seme di Dio per diventare Dio. Ma se
                  il buon seme ha un coltivatore sciocco e malvagio, la zizzania preme, copre
                  e  soffoca  il  buon  seme,  cosicché  esso  non  può  arrivare  alla  luce,  né
                  svilupparsi.  Origene,  un  grande  maestro,  dice:  Poiché  Dio  stesso  ha
                  seminato,  sotterrato,  generato  questo  seme,  esso  può  essere  coperto  o
                  nascosto, ma non è mai distrutto o estinto: è ardente, luminoso, chiaro, e
                  brucia e tende incessantemente verso Dio.


                  Il primo grado dell’uomo interiore, dell’uomo nuovo - dice sant’Agostino -
                  è quando l’uomo vive secondo il modello delle persone buone e sante, ma
                  ancora si appoggia alle sedie, resta vicino alle pareti e si nutre di latte .


                  Il  secondo  grado  è  quando  ormai  non  guarda  più  soltanto  i  modelli
                  esteriori né la gente dabbene, ma si muove di corsa verso l’insegnamento
                  ed il consiglio di Dio e della saggezza divina; volge le spalle all’umanità ed
                  il volto a Dio, sfugge al petto della madre e sorride al Padre celeste.


                  Il  terzo  grado  è  quando  l’uomo  sfugge  sempre  più  a  sua  madre,  si
                  allontana sempre più dal suo grembo, fugge la preoccupazione, rigetta la
                  paura,  tanto  che,  se  anche  potesse  agire  male  ed  ingiustamente  senza
                  scandalizzare alcuno, non ne ha tuttavia il desiderio; infatti egli è unito a
                  Dio dall’amore e dal fervore, finché Dio lo porti e l’introduca nella gioia,
                  nella  dolcezza  e  felicità,  nella  quale  non  si  può  sopportare  quel  che  è
                  dissimile ed alieno da Dio.


                  Il quarto grado è quando egli cresce e si radica sempre di più nell’amore
                  ed  in  Dio,  in  modo  tale  da  esser  pronto  ad  accettare  tutto  quel  che  è
                  contrarietà, tentazione, avversità, ed  a  sopportare  la  sofferenza  di  buon
                  grado e volentieri, con desiderio e gioia.


                  Il  quinto  grado  è  quando  egli  vive  chiuso  dappertutto  in  se  stesso,
                  riposando  in  pace  nella  ricchezza  e  sovrabbondanza  della  somma,
                  inesprimibile Saggezza.








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