Page 50 - Prediche di Meister Eckhart
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continuamente e tuttavia non avvenga in me? Molto mi importa, invece,
                  che essa avvenga in me.


                  Vogliamo ora parlare di questa nascita, come essa avviene in noi e viene
                  compiuta nell’anima buona, quando Dio Padre parla la sua parola eterna
                  nell’anima  perfetta.  Infatti,  quello  che  dico  lo  si  deve  intendere  in
                  riferimento  ad  un  uomo  buono,  perfetto,  che  ha  camminato  ed  ancora
                  cammina sulle vie del Signore, e non in riferimento all’uomo naturale, non
                  esercitato, giacché questo è del tutto lontano e ignorante di tale nascita.


                  Il  sapiente  dice  una  parola:  “Quando  tutte  le  cose  erano  in  mezzo  al
                  silenzio,  venne  in  me  dall’alto,  dal  trono  regale,  una  parola  segreta”.
                  Questa predica tratterà di questa parola.


                  Bisogna  qui  notare  tre  cose.  In  primo  luogo:  dove  Dio  Padre  pronunci
                  nell’anima  la  sua  parola,  dove  sia  il  luogo  per  questa  nascita  e  dove
                  l’anima sia recettiva per questa opera; bisogna infatti che sia nella parte
                  più pura, più nobile e più fine che l’anima può offrire. Veramente, se Dio
                  Padre,  nella  sua  intera  onnipotenza,  potesse  dare  all’anima  nella  sua
                  natura qualcosa di più nobile, e l’anima potesse ricevere da lui qualcosa di
                  più nobile, Dio Padre dovrebbe attendere questa nobiltà per realizzare la
                  nascita.  Perciò,  l’anima  in  cui  deve  compiersi  questa  nascita  deve
                  mantenersi  completamente  pura,  e  vivere  in  perfetta  nobiltà,  del  tutto
                  raccolta  e  nell’interiorità,  senza  disperdersi  con  i  cinque  sensi  nella
                  molteplicità  delle  creature,  ma  del  tutto  interiore  e  raccolta  in  se  stessa
                  nello stato più puro: quello è  il suo luogo, e tutto ciò che è inferiore  fa
                  resistenza.


                  La  seconda  parte  di  questa  predica  tratta  di  come  l’uomo  debba
                  comportarsi di fronte a questa opera, o parola, o nascita; se sia per lui più
                  utile cooperare, per ottenere che questa nascita avvenga e sia compiuta in
                  lui - ad esempio formando in se stesso, nel suo intelletto e nel suo pensiero,
                  una rappresentazione ed esercitandosi in essa, meditando: Dio è saggio,
                  onnipotente  ed eterno, ed  altre  cose  simili  che  può  pensare  su  Dio  -  se
                  questo sia più utile e vantaggioso per la nascita paterna, o se invece che
                  l’uomo  si  spogli  e  si  liberi  di  ogni  pensiero,  parola  ed  opera,  e  di  ogni
                  rappresentazione, e  si mantenga completamente in passività di fronte  a
                  Dio, inattivo, lasciando che Dio operi in lui: come dunque l’uomo serve
                  meglio a questa nascita?


                  Il terzo punto è l’utilità, quanto grande essa sia, che sta in questa nascita.




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