Page 43 - Prediche di Meister Eckhart
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dall’abbassarsi  e  dall’effondersi  nell’uomo  umile,  ed  al  più  piccolo  si
                  comunica nel modo più grande, e si dona a lui completamente. Quel che
                  Dio dà, è il suo essere, e il suo essere è la sua bontà e la sua bontà è il suo
                  amore.  Dall’amore  vengono  tutte  le  gioie  e  tutti  i  dolori.  In  cammino,
                  mentre  dovevo  venire  qui,  mi  accadde  di  preferire  non  venirci,  perché
                  sarei stato bagnato di lacrime per l’amore. Lasciamo stare qui la questione
                  di  quando  voi  siete  stati  bagnati  di  lacrime  per  amore.  Gioia  e  dolore
                  vengono dall’amore. L’uomo non deve temere Dio, perché chi lo teme lo
                  fugge. Questo timore è un timore dannoso. È giusto il timore, quando si
                  teme di perdere Dio. L’uomo non deve temerlo, deve amarlo, perché Dio
                  ama l’uomo con tutta la sua più alta perfezione. I maestri dicono che tutte
                  le cose agiscono con la volontà di generare, e vogliono divenire simili al
                  padre, e dicono anche: la terra fugge il cielo; se fugge verso il basso, giunge
                  al cielo dal basso, se fugge verso l’alto, giunge alla parte inferiore del cielo.
                  La terra non può fuggire tanto verso il basso, che il cielo non fluisca in essa
                  ed imprima in essa la sua potenza e la renda feconda, le piaccia o no. Così
                  avviene anche all’uomo, che immagina di sfuggire a Dio, e non può; tutti i
                  luoghi lo manifestano. Si immagina di sfuggire a Dio, e corre nel suo seno.
                  Dio genera in te suo Figlio unigenito, ti piaccia o no, che tu dorma o vegli;
                  egli compie quel che gli è proprio. Ho detto di recente che, se l’uomo non
                  avverte ciò, la colpa è nel fatto che alla sua lingua è attaccato dello sporco,
                  ovvero le creature; proprio come accade a un uomo per il quale tutti i cibi
                  sono amari e non trova sapore in essi. Di che cosa è la colpa, se un cibo non
                  ci piace? La colpa è nel fatto che non vi abbiamo messo il sale. Il sale è
                  l’amore  divino.  Se  avessimo  l’amore  divino,  gusteremmo  Dio  e  tutte  le
                  opere compiute da lui, accoglieremmo da Dio tutte le cose ed opereremmo
                  le stesse opere che egli opera. In questa uguaglianza noi tutti siamo un
                  unico Figlio.



                  Quando  Dio  creò  l’anima,  la  creò  secondo  la  sua  più  alta  perfezione,
                  perché fosse fidanzata col suo unigenito Figlio. In quanto egli lo sapeva
                  bene, volle uscire dalla sua segreta stanza del tesoro della eterna paternità,
                  nella  quale  aveva  dormito  eternamente,  permanendo  interiormente
                  inespresso.  In  principio:  nel  primo  principio  della  purezza  prima,  là  il
                  Figlio ha aperto la tenda della sua eterna gloria, ed è uscito dall’Altissimo,
                  perché voleva portare in alto la sua amica, cui il Padre lo aveva unito fin
                  dall’eternità, in modo da ricondurla nella suprema altezza, dalla quale era
                  venuta. In un altro luogo sta scritto: “Guarda, il tuo re viene da te”. Perciò
                  egli  uscì,  e  venne  saltando  come  un  capriolo,  e  patì  per  amore  il  suo
                  tormento,  e  non  uscì  senza  voler  rientrare  nella  stanza  con  la  sua
                  fidanzata. Questa stanza è la silenziosa oscurità della nascosta paternità.
                  Là,  dove  egli  uscì  dall’Altissimo  voleva  rientrare  con  la  fidanzata  nella


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