Page 39 - Prediche di Meister Eckhart
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chiaramente ed intellettivamente conosce in se stesso tutte le cose, senza
                  rivolgersi alla esteriorità, e più è uomo.


                  Ora io dico: come può avvenire che il distacco dell’intelletto senza forme
                  né  immagini  riconosca  in  sé  tutte  le  cose,  senza  rivolgersi  verso
                  l’esteriorità  e  trasformare  se  stesso?  Dico  che  ciò  deriva  dalla  sua
                  semplicità:  più  l’uomo  è  puramente  e  semplicemente  distaccato  da  se
                  stesso  in  se  stesso,  più  semplicemente  riconosce  ogni  molteplicità  in  se
                  stesso, e permane immutabile in se stesso.


                  Boezio dice: Dio è un bene immutabile, che permane stabile in se stesso,
                  non toccato o mosso da niente e motore di tutte le cose. Una conoscenza
                  semplice è così pura in se stessa che conosce direttamente l’essere divino
                  puro  e  nudo,  e  in  questo  influsso  essa  riceve  la  natura  divina  come  gli
                  angeli,  il  che  dà  agli  angeli  grande  gioia.  Per  vedere  un  angelo,  si
                  accetterebbe  di  passare  mille  anni  all’inferno.  Questa  conoscenza  è  così
                  pura e chiara in se stessa, che tutto ciò che in essa si vedesse, diventerebbe
                  un angelo.


                  Fate bene attenzione a quel che Aristotele  dice  dei  puri  spiriti  nel  libro
                  chiamato  Metafisica.  Il  più  grande  di  tutti  i  maestri  che  abbiano  mai
                  trattato di scienza della natura, parla di questi puri spiriti, e dice che essi
                  non  sono  forma  di  alcuna  cosa,  ma  ricevono  il  loro  essere  fluente
                  direttamente da Dio; ed essi fluiscono e ricevono l’effusione direttamente
                  da Dio, al di sopra degli angeli, e contemplano l’essere puro di Dio senza
                  distinzione. Aristotele chiama questo essere limpido e puro un “qualcosa”.
                  È quel che Aristotele ha mai detto di più elevato sulla conoscenza della
                  natura, e nessun maestro può dire qualcosa di più alto, se non nello Spirito
                  santo. Ora io dico che questo uomo nobile non si contenta dell’essere che
                  gli  angeli  colgono  senza  forma  e  da  cui  direttamente  dipendono:  solo
                  l’unico Uno lo soddisfa.


                  Ho già parlato anche del primo inizio e della fine. Il Padre è un inizio della
                  Divinità, giacché si conosce in se stesso. Da lui emana il Verbo eterno, che
                  permane in lui, e lo Spirito santo emana dall’uno e dall’altro, dimorante
                  nell’interno, e il Padre non lo genera, perché esso è fine della Divinità e di
                  tutte le creature, dimorante in se stessa, nella quale v’è il puro riposo e la
                  pace di tutto quel che mai ha avuto l’essere. L’inizio è in vista della fine,
                  giacché nella fine ultima riposa tutto quello che mai ha ricevuto l’essere
                  dotato di intelletto. Fine ultima dell’essere è la tenebra, o non-conoscenza
                  della  Divinità  nascosta,  che  spande  la  luce,  ma  le  tenebre  non  l’hanno




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