Page 38 - Prediche di Meister Eckhart
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il bene che è negli angeli e nei santi tutti, tutto gli appartiene in proprio,
                  come  appartiene  in  proprio  a  Dio.  Dio  e  questo  uomo  umile  sono
                  assolutamente  uno  e  non  due,  giacché  ciò  che  Dio  opera,  anche  egli  lo
                  opera, e ciò che Dio vuole, anche egli lo vuole, e ciò che Dio è, anche egli lo
                  è: una vita ed un essere. Sì, in nome di Dio, se quest’uomo fosse all’inferno,
                  Dio dovrebbe andare all’inferno verso di lui, e l’inferno sarebbe per lui un
                  regno  dei  cieli.  Dio  deve  farlo  di  necessità,  sarebbe  costretto  a  farlo,
                  giacché quest’uomo è l’essere di Dio, e l’essere di Dio è quest’uomo. Qui
                  avviene il bacio della unità di Dio e dell’uomo umile, giacché la virtù che
                  ha  nome  umiltà  è  una  radice  nel  fondo  della  Divinità,  in  cui  essa  è
                  piantata, perché abbia il suo essere soltanto nell’Uno eterno, e non altrove.
                  Ho detto a Parigi, nella scuola, che nell’uomo umile sarebbero compiute
                  tutte  le  cose,  e  perciò  dico  che  niente  può  nuocere  o  turbare  l’uomo
                  davvero  umile,  giacché  non  v’è  alcuna  cosa  che  non  fugga  quel  che
                  potrebbe  distruggerla;  questo  fuggono  tutte  le  cose  create,  perché  esse
                  sono assolutamente nulla in se stesse. Perciò l’uomo umile fugge tutto quel
                  che potrebbe condurlo in errore nei confronti di Dio. Così io fuggo la brace
                  perché essa potrebbe annientarmi, giacché essa vorrebbe togliermi il mio
                  essere.


                  È detto: un uomo partì. Aristotele cominciò un libro, e voleva parlare di
                  tutte le cose. Fate ora attenzione a quello che Aristotele dice dell’uomo.
                  Uomo, ovvero un essere umano al quale è stata data una forma che gli
                  conferisce una vita ed un essere in comune con tutte le creature, con quelle
                  dotate  di  ragione  e  con  quelle  che  ne  sono  prive,  con  tutte  le  creature
                  corporee e con quelle dotate di ragione: gli angeli. E Aristotele dice: Come
                  tutte  le  creature  con  le  loro  immagini  e  forme  sono  comprese
                  intellettualmente  dagli  angeli,  i  quali  conoscono  intellettualmente  ogni
                  cosa in sé - il che causa loro una tale gioia da fare meraviglia a coloro che
                  non  l’hanno  provata  e  gustata  -,  nello  stesso  modo  l’uomo  riconosce
                  l’immagine e la forma di tutte le creature nella loro distinzione. È questo
                  ciò  che  Aristotele  attribuiva  all’uomo  perché  fosse  tale:  la  capacità  di
                  riconoscere  le  immagini  e  le  forme;  per  questo  un  uomo  è  un  uomo.
                  Questa era la spiegazione più alta con cui Aristotele poteva definire un
                  uomo.


                  Anche io voglio ora mostrare cosa è un uomo. Homo vuol dire un uomo a
                  cui è partecipata una sostanza che gli dà vita ed essere, ed un essere dotato
                  di intelletto. Un uomo dotato di intelletto è quello che comprende se stesso
                  intellettualmente, e che è distaccato in se stesso da ogni materia ed ogni
                  forma.  Più  è  distaccato  da  tutte  le  cose  e  rivolto  a  se  stesso,  più




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