Page 30 - Prediche di Meister Eckhart
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È scritto: il dono più grande è che siamo figli di Dio e che egli generi in noi
                  suo Figlio. L’anima che vuole essere figlia di Dio, non deve nulla generare
                  in sé: niente altro deve generarsi in coloro in cui deve nascere il Figlio di
                  Dio. Il più nobile desiderio di Dio è generare. Egli non è soddisfatto prima
                  di aver generato in noi suo Figlio. Nello stesso modo, l’anima non è mai
                  soddisfatta, se in essa non nasce il Figlio di Dio. È allora che scaturisce la
                  grazia. La grazia le è infusa. La grazia non opera, è il suo divenire che è la
                  sua operazione. Essa fluisce dalla essenza di Dio e si spande nell’essenza
                  dell’anima, non nelle sue potenze.


                  Quando  il  tempo  fu  compiuto,  la  grazia  nacque.  Quando  è  compiuto  il
                  tempo? Quando non v’è più tempo. Per colui che, nel tempo, ha posto il
                  suo cuore nell’eternità, in cui tutte le cose temporali sono morte, per esso
                  v’è la pienezza dei tempi. Io ho detto un giorno: chi si rallegra nel tempo
                  non può rallegrarsi ogni tempo. San Paolo dice: In ogni tempo, gioite nel
                  Signore. Chi si rallegra al di sopra e fuori del tempo, si rallegra in ogni
                  tempo. Un testo dice: tre cose sono un ostacolo per l’uomo, in guisa tale
                  che egli non può riconoscere in alcun modo Dio. La prima è la temporalità;
                  la  seconda  la  corporeità;  la  terza  la  molteplicità.  Finché  queste  tre  cose
                  sono  in  me,  in  me  non  è  Dio,  né  in  me  può  veramente  operare.
                  Sant’Agostino  dice:  è  la  avidità  dell’anima  che  fa  sì  che  essa  voglia
                  prendere e possedere molte cose; in tal modo essa cerca di impadronirsi
                  della temporalità, della corporeità e della molteplicità; con ciò, essa perde
                  proprio quello che possiede. Infatti, finché v’è in te più e più ancora, Dio
                  non può né abitare né operare in te. Tutte le cose devono continuamente
                  uscire perché Dio entri, a meno che tu non le possieda in un modo più alto
                  e migliore, quando la molteplicità è in te divenuta unità. Allora, più v’è in
                  te di molteplicità, più v’è di unità, l’una trasformandosi nell’altra.


                  Io ho detto un giorno: l’unità unisce ogni molteplicità, ma la molteplicità
                  non  unisce  l’unità.  Quando  siamo  elevati  al  di  sopra  di  tutte  le  cose,  e
                  quando è portato verso l’alto tutto quello che è in noi, niente pesa su di
                  noi.  Ciò  che  è  al  di  sotto  di  me,  non  pesa  su  di  me.  Se  io  tendessi
                  unicamente verso Dio, in guisa tale che non vi fosse altro che Dio sopra di
                  me, niente mi sembrerebbe penoso e non mi rattristerei così facilmente.
                  Sant’Agostino dice: Signore, quando mi rivolgo verso di te, mi è tolta ogni
                  tristezza, ogni sofferenza, ogni pena. Quando abbiamo sorpassato il tempo
                  e  le  cose temporali, siamo liberi, sempre  beati; questa è la pienezza  dei
                  tempi, e allora nasce in te il Figlio di Dio. Io ho detto un giorno: quando i
                  tempi furono compiuti, Dio mandò suo Figlio. Se nasce in te qualcosa di
                  diverso dal Figlio, tu non hai lo Spirito santo, e la grazia non opera in te. Il




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