Page 21 - Prediche di Meister Eckhart
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Parliamo  ora,  di  nuovo,  degli  angeli,  di  cui  ho  detto  prima  che  sono
                  un’immagine di Dio, ed uno specchio che possiede in sé la somiglianza
                  della bontà e della purezza del silenzio e del mistero di Dio, per quanto
                  possibile.  Noi  dobbiamo  essere  simili  agli  angeli  e  dunque  essere  una
                  immagine di Dio, perché egli ci ha creati a sua immagine. L’artefice che
                  vuol  fare  un’immagine  dell’uomo,  non  la  fa  di  Corrado  o  di  Enrico.  Se
                  facesse un’immagine di Corrado o di Enrico, non avrebbe l’intenzione di
                  riprodurre l’essere umano, ma Corrado o Enrico. E se facesse un immagine
                  di  Corrado,  la  sua  intenzione  non  sarebbe  Enrico,  perché,  se  ne  fosse
                  capace  e  lo  potesse,  riprodurrebbe  assolutamente  Corrado  dal  vero  e
                  assolutamente somigliante. Ora Dio ha completamente questa capacità e
                  questo potere, e perciò ti ha fatto assolutamente simile a lui ed immagine
                  di se stesso. Ma “simile a lui” indica qualcosa di estraneo e lontano, mentre
                  tra  Dio  e  l’uomo  non  v’è  estraneità  o  lontananza.  Perciò  l’uomo  non  è
                  simile  a  Dio,  ma  assolutamente  identico  e  lo  stesso  che  egli  è,
                  assolutamente.


                  Non so e non posso dire niente di più, e così termina questo sermone; ma
                  un  giorno  pensavo,  mentre  stavo  camminando,  che  l’uomo  dovrebbe
                  essere così completamente distaccato nella sua intenzione, da non dover
                  pensare  a  niente  e  a  nessuno,  se  non  alla  divinità  in  se  stessa:  né  alla
                  beatitudine, né a questo né a quello, se non a Dio solo in quanto Dio, ed
                  alla divinità in sé, giacché ogni altra cosa cui pensi è un essere-accanto alla
                  divinità. Togli perciò ogni essere-accanto alla divinità, e coglila nuda in se
                  stessa.


                  Che Dio ci aiuti a giungervi. Amen.





                  In omnibus requiem quaesivi

                  Queste parole stanno scritte nel Libro della Sapienza. Stavolta le vogliamo
                  spiegare  come  se  la  sapienza  eterna  tenesse  un  dialogo  con  l’anima,  e
                  dicesse: “Ho cercato la quiete in tutte le cose”, e l’anima rispondesse: “Chi
                  mi  ha  creato,  ha  riposato  nella  mia  tenda”.  In  terzo  luogo  la  sapienza
                  eterna dice: “La mia pace è nella città santa”.


                  Se mi si chiedesse di dire in breve quale era lo scopo del creatore quando
                  ha creato tutte le creature, direi: la quiete. Se mi si chiedesse in secondo
                  luogo cosa  cerca  assolutamente  la  santa  Trinità  in  ogni  sua  operazione,
                  risponderei: la quiete. Se, in terzo luogo, mi si chiedesse cosa cerca l’anima



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