Page 20 - Prediche di Meister Eckhart
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tanto che nessuna parola può contenerla, perché essa è al di sopra di ogni
nome e di ogni parola. Ecco perché la parola “io” è omessa, perché non v’è
per essa né parola né asserzione. Un terzo significato è che Dio e l’anima
sono talmente una sola cosa, che Dio non può avere alcuna proprietà o
qualcosa che lo separi dall’anima, in modo tale che l’evangelista non può
dire: “Io invio il mio angelo”, perché, se dicesse “io”, Dio sarebbe diverso
dall’anima: se dicesse “io”, indicherebbe qualcosa di diverso rispetto
all’anima. Perciò è taciuta la parola “io”, perché Dio e l’anima sono
talmente una sola cosa, che Dio non può avere niente di proprio, che
niente può essere detto di Dio che indichi una distinzione o una alterità.
D’altra parte, quando il testo dice “io”, ciò significa innanzitutto l’essenza
di Dio, che solo Dio è, perché tutte le cose sono in Dio e da Dio; fuori e
senza di lui, niente è in verità, tutte le creature sono cosa meschina ed un
puro nulla in rapporto a Dio. Perciò, quello che esse sono in verità, lo sono
in Dio, e dunque Dio solo è, in verità. Così, la parola “io” indica l’essenza
della verità divina, perché è l’attestazione di una essenza. È la prova che
solo lui è. In secondo luogo, significa che non esiste separazione tra Dio e
tutte le cose, perché Dio è in tutte le cose: è più intimo ad esse di quanto
non lo siano a se stesse. Così, non esiste separazione tra Dio e tutte le cose.
Nello stesso modo, non deve esistere separazione tra l’uomo e tutte le
cose; ovvero, l’uomo non deve essere niente in se stesso, assolutamente
distaccato da se stesso: così non esiste separazione tra Dio e tutte le cose.
Nello stesso modo, non deve esistere separazione tra l’uomo e tutte le
cose; ovvero, l’uomo non deve essere niente in se stesso, assolutamente
distaccato da se stesso: così non esiste separazione tra lui e tutte le cose, ed
è tutte le cose. Infatti, nella misura in cui non sei niente in te stesso, nella
stessa misura sei tutte le cose, e non esiste separazione tra te e le cose.
Perciò, nella misura in cui non sei separato da tutte le cose, in questa
misura sei Dio e tutte le cose, perché la divinità di Dio consiste nel fatto
che non v’è separazione tra lui e le cose. Dunque l’uomo, in cui non esiste
separazione tra lui e le cose, coglie la divinità là dove Dio stesso la coglie.
In terzo luogo, la parola “io” indica qualcosa della perfezione del nome
“io”, perché questo non è un vero nome; sta al posto di un nome e della
perfezione del nome, ed indica una immutabilità ed intangibilità, e
dunque vuol dire che Dio è immutabile ed intangibile, una eterna stabilità.
In quarto luogo, significa la nuda purezza dell’essere divino, che non ha
alcun essere accanto ad esso. Infatti la bontà, la saggezza, e tutto quel che
si può dire di Dio, tutto questo è un essere-accanto al puro essere di Dio,
ma questo essere-accanto rende estraneo l’essere. Così, la parola “io”
indica la nuda purezza dell’essere di Dio, come in se stesso è, senza
quell’essere-accanto che rende estraneo e lontano.
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