Page 14 - Prediche di Meister Eckhart
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uomo Dio deve effondersi completamente, altrimenti non è Dio. Lo dico
                  nell’eterna  e  sempre  perdurante  verità:  Dio  deve  effondersi
                  completamente, in ogni uomo che sia distaccato da se stesso fino in fondo,
                  secondo tutto il suo potere, in modo tale da non mantenere niente per sé,
                  né nella sua vita, né nel suo essere, né nella sua natura, e neppure nella sua
                  piena  divinità:  tutto  questo  Dio  deve  effonderlo  in  modo  fecondo
                  nell’uomo che si è abbandonato a Dio e che ha preso il posto più basso.


                  Mentre venivo qui oggi, meditavo sul modo di predicare a voi per poter
                  essere compreso, e mi è venuto in mente un paragone. Se lo capite bene,
                  comprenderete il senso proprio ed il fondamento del mio modo di vedere,
                  sul quale ho sempre predicato. Il paragone aveva a che fare col mio occhio
                  e col legno: se il mio occhio è aperto, è un occhio; se è chiuso, è lo stesso
                  occhio. Reciprocamente niente si aggiunge o si toglie al legno nell’essere
                  visto.  Ma  ora  comprendetemi  bene!  Se  accade  che  il  mio  occhio,  uno  e
                  semplice in se stesso, sia aperto e rivolto con lo sguardo al legno, ciascuna
                  delle  due  cose  rimane  quella  che  è,  e  tuttavia,  nel  compimento  della
                  visione, divengono a tal punto una cosa sola, che si può dire con verità
                  occhio-legno, e il legno è il mio occhio. Se anche il legno fosse immateriale
                  e puramente spirituale come la visione del mio occhio, si potrebbe dire
                  effettivamente  che,  nel  compimento  della  mia  visione,  il  legno  e  il  mio
                  occhio si trovino in un solo essere. Se questo accade nelle cose corporali,
                  quanto più deve valere per quelle spirituali!


                  Dovete sapere che il mio occhio ha maggiore comunanza con l’occhio di
                  una pecora che è di là dal mare e che non ho mai visto, di quanta ne abbia
                  con le mie orecchie, con le quali tuttavia sta in comunità di essere. Questo
                  deriva dal fatto che l’occhio della pecora esercita la stessa attività del mio,
                  e perciò attribuisco loro una maggiore comunanza nell’operare di quanta
                  ne abbiano i miei occhi ed orecchi, dal momento che questi sono distinti
                  nella loro operazione.


                  Ho parlato a volte di una luce che è nell’anima, increata e increabile. Ho
                  cura di toccare sempre nelle mie prediche questa stessa luce. Essa coglie
                  Dio immediatamente, nella sua nudità, senza niente che lo ricopra, come
                  egli è in se stesso, e questo è il coglierlo nel compimento della generazione.
                  Perciò posso dire in verità che questa luce ha più unità con Dio di quanta
                  ne abbia con le potenze dell’anima, con le  quali peraltro sta in unità di
                  essere. Dovete infatti sapere che questa luce nell’essere della mia anima
                  non è più nobile della più bassa o più rozza potenza, come l’udito o la
                  vista, o altra potenza concernente la fame e la sete, il freddo ed il caldo; e




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