Page 13 - Prediche di Meister Eckhart
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qualsiasi  cosa  da  Dio  come  identica:  grazia  o  che  altro  sia,  esteriore  o
                  interiore. Chi percepisce qualcosa in Dio, non vede Dio. Un uomo giusto
                  non ha bisogno di Dio. Non ho bisogno di quello che possiedo. L’uomo
                  giusto non serve niente, non fa caso ad alcuna cosa; egli ha Dio, e perciò
                  non serve niente. Quanto Dio è elevato al di sopra dell’uomo, tanto è Dio
                  più pronto a donare di quanto sia l’uomo pronto a ricevere. L’uomo non
                  deve pensare di progredire in una vita buona per il fatto che digiuna molto
                  o compie molte opere esteriori; un segno certo del suo progresso è, invece,
                  l’avere  maggiore  amore  per  le  cose  eterne  e  maggiore  avversione  per
                  quelle transitorie. Se un uomo avesse cento marchi e  li desse per Dio e
                  fondasse un convento, sarebbe una grossa cosa. Ma io dico: sarebbe molto
                  maggiore  e  migliore  cosa  se  li  disprezzasse  in  sé  per  amor  di  Dio  e  li
                  guardasse come un nulla. L’uomo deve rivolgere il proprio volere a Dio in
                  ogni  opera,  ed  avere  negli  occhi  Dio  solo.  E  così  proceda,  e  non  abbia
                  timore, senza stare a considerare se così va bene per non compiere passi
                  falsi.  Infatti,  se  un  pittore,  dovendo  dare  il  primo  tratto  di  penna,
                  considerasse tutti gli altri, non concluderebbe nulla. Se qualcuno dovesse
                  recarsi in una città, e stesse a considerare come fare il primo passo, non
                  concluderebbe  nulla.  Perciò  l’uomo  deve  seguire  la  prima  ispirazione  e
                  procedere avanti; allora giunge dove deve, e va bene così.










                  Alle gleichen Dinge

                  Tutte le cose simili si amano reciprocamente e si uniscono l’una con l’altra,
                  e tutte le cose dissimiii si fuggono e si odiano reciprocamente. Un maestro
                  dice che niente è così dissimile come il cielo e la terra. La terra si è accorta
                  nella sua natura di essere lontana e dissimile dal cielo, e perciò è fuggita
                  lontana  dal  cielo  fino  al  luogo  più  basso,  ed  è  immobile,  per  non
                  avvicinarsi al cielo. Il cielo ha constatato nella sua natura che la terra lo ha
                  fuggito  ed  ha  preso  il  posto  più  basso.  Perciò  esso  si  effonde
                  completamente  nella  terra  in  modo  fecondo,  ed  i  maestri  credono  che
                  l’ampio e vasto cielo non tenga per sé neppure lo spazio di una punta di
                  spillo,  ma  che  invece  si  generi  completamente  nella  terra,  in  modo
                  fecondo. Perciò la terra si chiama la creatura più fertile tra tutte le cose
                  temporali. Altrettanto dico io dell’uomo che si è annientato in se stesso, in
                  Dio e in tutte le creature: quest’uomo ha preso il posto più basso, ed in tale




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