Page 12 - Prediche di Meister Eckhart
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di  se  stesso,  ed  è  nulla.  Se  si  cerca  soltanto  la  volontà  di  Dio  si  deve
                  accettare quello che ci capita, o che ci viene manifestato, come un dono di
                  Dio,  e  non  stare  a  vedere  e  considerare  se  venga  dalla  natura  o  dalla
                  grazia, o da dove o in qual modo: tutto ciò deve essere per noi indifferente.
                  Allora  uno  è  come  deve  essere;  e  si  deve  condurre  una  semplice  vita
                  cristiana, senza mirare ad una condotta particolare. Una cosa soltanto si
                  deve ricevere da Dio, e quel che poi ci accade, lo si prenda come la cosa
                  migliore per noi, senza timore di essere ostacolati, all’interno o all’esterno,
                  da  quel  che  ci  capita;  quel  che  si  fa,  è  sempre  sufficiente,  se  v’è  in  noi
                  l’amore di Dio.


                  Quando capita a certe persone qualcosa da soffrire o da fare, esse dicono:
                  “Se sapessi che questa è la volontà di Dio, lo sopporterei o farei volentieri
                  “.  Per  Dio!  È  una  ben  strana  domanda  quando  un  malato  chiede  se  è
                  volontà di Dio che sia malato! Egli deve esser certo che è volontà di Dio, se
                  è malato. Cosi è anche nelle altre cose. Perciò l’uomo deve accettare da Dio
                  tutto quel che gli capita, in modo puro e semplice. Vi sono delle persone
                  che,  quando  va  loro  bene  interiormente  o  esteriormente,  lodano  Dio  e
                  confidano  in  lui,  come  alcuni  dicono:  “Ho  dieci  moggi  di  grano  ed
                  altrettanto vino quest’anno: confido pienamente in Dio”. Davvero, dico io,
                  hai piena fiducia, ma nel grano e nel vino!


                  L’anima è fatta per un bene così grande ed alto, che essa non può in alcun
                  modo trovare riposo ed è sempre infelice, finché non giunge, sopra ogni
                  modo, a quel bene eterno che è Dio, per il quale essa è fatta. Non vi giunge
                  però con impeto, con la rigida ostinazione a fare questo e a lasciare quello,
                  ma con la mitezza, in fedele umiltà e rinuncia a se stesso, nei confronti di
                  tutto  quello  che  capita.  Non  che  l’uomo  si  metta  in  testa:  farai  questo
                  assolutamente,  costi  quel  che  costi!  Questo  è  falso,  perché  in  ciò  egli
                  afferma se stesso. Se gli capita qualcosa che lo affatica, lo turba e lo rende
                  inquieto, ciò è di nuovo falso, perché anche in questo si afferma se stessi.
                  Se gli giungesse una grande contrarietà, dovrebbe farsi condurre da Dio,
                  chinarsi  umilmente  sotto  di  lui,  ed  accogliere  da  lui  in  mite  confidenza
                  tutto  quel  che  gli  avviene:  questo  sarebbe  il  giusto  comportamento.  A
                  questo mira tutto ciò che si può consigliare e insegnare: che l’uomo si lasci
                  condurre,  e  non  abbia  che  Dio  in  vista,  per  quanto  questo  si  possa
                  presentare con molte e diverse parole.


                  Una  coscienza  bene  ordinata  sarà  aiutata  dal  fatto  di  non  prestare
                  attenzione  alle  cose  accidentali;  occorre  che  l’uomo,  ben  raccolto  in  se
                  stesso,  abbandoni  completamente  a  Dio  il  proprio  volere,  ed  accetti




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