Page 64 - Perché un Dio Uomo
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Bosone – Tutte queste ragioni mostrano con evidenza che doveva essere mortale e
              partecipare a tutte le nostre prove. Ma tutte queste prove costituiscono la nostra mi-
              seria. Sarà dunque egli pure misero?

              Anselmo – Niente affatto. Come una gioia che uno gusta contro la sua volontà non ha
              niente a che fare con la beatitudine, così non è una miseria assumere una prova sen-
              za necessità, con sapienza e di buon grado.

              Bosone – Bisogna concederlo.




              13.  EGLI  NON  HA  ASSUNTO  L’IGNORANZA  INSIEME  ALLE  ALTRE  NO-
              STRE MISERIE

              Bosone – Ma – dimmi – in questa somiglianza che egli deve avere cogli uomini, deve
              essere inclusa anche l’ignoranza assieme alle altre debolezze?

              Anselmo – Perché, dubiti che Dio conosca tutto?


              Bosone – Perché quantunque a causa della natura divina debba essere immortale, tut-
              tavia a causa di quella umana sarà mortale. Che motivo c’è allora di escludere che
              quell’uomo possa essere veramente ignorante allo stesso modo che sarà veramente
              mortale?

              Anselmo – L’assunzione dell’uomo nell’unità della persona di Dio sarà fatta sapien-
              temente dalla somma sapienza, e quindi non assumerà ciò che nell’uomo non pre-
              senta alcuna utilità anzi è controproducente per l’opera che quello stesso uomo do-
              vrà compiere. L’ignoranza infatti a nulla gli servirebbe, anzi gli nuocerebbe in molte
              cose. Come senza una immensa sapienza potrebbe egli compiere le azioni così nu-
              merose e così grandi che deve compiere? Oppure, come gli uomini gli crederebbero,
              se lo sapessero ignorante? Se poi non lo conoscessero tale, a che gli servirebbe quella
              ignoranza? Inoltre, posto che non si ama se non ciò che si conosce, Come non ci sarà
              alcun bene che egli non ami, così non ci sarà alcun bene che egli ignori.

              Ora nessuno conosce perfettamente il bene se non colui che lo sa distinguere dal ma-
              le. E anche questa distinzione nessuno la sa fare se ignora il male. Dunque, come
              quello di cui parliamo dovrà conoscere perfettamente ogni bene, così non potrà  i-
              gnorare alcun male. Avrà quindi ogni scienza, sebbene non la manifesti pubblica-
              mente nei rapporti con gli uomini.

              Bosone – Ciò che dici appare bene nell’età adulta; nella infanzia invece, come non a-
              vrà l’età adatta per la manifestazione della sua sapienza, così non solo non avrà la
              necessità d’averla ma neppure la convenienza.
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