Page 63 - Perché un Dio Uomo
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Anselmo – Esaminiamo ancora se ciò sia conforme alla ragione.
Bosone – Tu parla e io volentieri ascolterò.
Anselmo – Se l’uomo peccò per il piacere, non è conveniente che soddisfi con la sof-
ferenza? E se il diavolo lo vinse, portandolo a disonorare Dio, con tanta facilità che
non possiamo pensarne una più grande, non è giusto che l’uomo vinca il diavolo per
l’onore di Dio, espiando il peccato con la più grande difficoltà possibile? Non con-
viene forse che colui che col peccato s’allontanò da Dio tanto da non potersi allonta-
nare di più, con la soddisfazione si offra a Dio in tal maniera che non si possa at-
tuarne una di maggiore?
Bosone – Non c’è nulla di più ragionevole.
Anselmo – L’uomo non può sopportare per l’onore di Dio nulla di più doloroso o dif-
ficile che la morte in modo spontaneo e gratuito; e l’uomo non può dare se stesso a
Dio più totalmente che abbandonandosi alla morte per la sua gloria.
Bosone – Tutto questo è vero.
Anselmo – Dunque colui che vuole soddisfare per il peccato dell’uomo dovrà essere
tale da poter morire se lo vuole.
Bosone – Capisco perfettamente che l’uomo che cerchiamo deve essere tale da non
dover morire per necessità perché onnipotente, né per debito perché innocente, ma
per libera volontà, essendo ciò necessario.
Anselmo – Ci sono ancora molti altri motivi per i quali quell’uomo assai convenien-
temente riveste la somiglianza e il modo di agire degli altri uomini escluso il peccato
(cf Eb 4, 15); motivi che si manifestano da soli con maggiore chiarezza e facilità nella
sua vita e nelle sue opere di quanto avrebbe potuto manifestarli la ragione prima
dell’esperienza.
Chi potrebbe spiegare fino a qual punto era necessario e saggio che colui, che dove-
va redimere gli uomini e ricondurli dalla via della morte e della perdizione alla via
della vita e della beatitudine eterna con i suoi insegnamenti, vivesse con gli uomini
(cf Bar 3, 38) e mentre con la parola insegnava loro come dovessero vivere, nella vita
si donasse loro come esempio? Come poi sarebbe stato dì esempio ai deboli e ai
mortali, insegnando loro a non allontanarsi dalla giustizia per le ingiurie, gli oltrag-
gi, i dolori e la morte, se non avessero conosciuto ch’egli aveva esperienza di tutte
queste cose?
12. EGLI NON È MISERO, PUR PARTECIPANDO ALLE NOSTRE PROVE