Page 62 - Perché un Dio Uomo
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Anselmo – La ragione ci ha pure insegnato che questo uomo deve necessariamente
disporre d’un bene più grande di tutto ciò che è sotto Dio per offrirlo a lui sponta-
neamente e non a titolo di debito.
Bosone – È così.
Anselmo – Ma questo bene non può essere trovato sotto di lui o fuori di lui.
Bosone – È vero.
Anselmo – Dunque lo deve trovare in se stesso.
Bosone – È logico.
Anselmo – Quindi darà o qualcosa di sé, oppure se stesso.
Bosone – Non vedo altre possibilità.
Anselmo – Dobbiamo ora cercare quali debbano essere le modalità di questo dono.
Infatti non potrà dare a Dio se stesso oppure qualcosa di sé, quasi facendolo diven-
tare di Dio, come se Dio non lo possedesse già in quanto ogni creatura è sua.
Bosone – È così.
Anselmo – Dunque questo dono di sé o di qualcosa di se stesso deve essere concepito
nel senso che egli lo offrirà per l’onore di Dio, ma non in qualità di suo debitore.
Bosone – È la conseguenza di quanto abbiamo detto.
Anselmo – Posto che egli dia se stesso a Dio per obbedirgli, sottomettendosi alla sua
volontà con la pratica costante della giustizia, con questo non gli dona affatto ciò che
Dio non può esigere a titolo di debito. Tutte le creature ragionevoli devono a Dio
questa obbedienza.
Bosone – Non lo si può negare.
Anselmo – È necessario quindi che doni a Dio se stesso o qualcosa di sé in un altro
modo.
Bosone – È la conclusione alla quale ci spinge la ragione.
Anselmo – Vediamo se per caso la soluzione non stia nel donare la propria vita, ossia
nel deporre la propria anima o nel darsi alla morte per l’onore di Dio. Infatti, non
potrà esigere questo da lui perché, non essendoci in lui il peccato, non sarà obbligato
a morire, come abbiamo detto.
Bosone – Non posso pensare altrimenti.