Page 61 - Perché un Dio Uomo
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Anselmo – Ci rimane da chiedere se egli possa morire secondo la natura umana, es-
              sendo secondo quella divina sempre incorruttibile.

              Bosone – Perché dovremo dubitarne dal momento che egli deve essere un vero uomo
              e ogni uomo è naturalmente mortale?

              Anselmo  –  Non  penso  che  la  mortalità  appartenga  alla  pura  natura  umana,  ma  a
              quella corrotta. Infatti se l’uomo non avesse mai peccato e se la sua immortalità fos-
              se  stata  confermata  e  fosse  divenuta  immutabile,  non  sarebbe  stato  naturalmente
              meno uomo. E quando i mortali risorgeranno nella incorruttibilità (cf 1 Cor 15, 42)
              non saranno uomini meno veri. Infatti, se la mortalità appartenesse essenzialmente
              alla natura umana, non potrebbe mai essere uomo colui che è immortale. Dunque la
              corruttibilità o la incorruttibilità non appartiene alla genuinità della natura umana,
              poiché né l’una né l’altra costituisce o distrugge l’uomo, ma una contribuisce alla
              miseria e l’altra alla beatitudine dell’uomo.


              Tuttavia, poiché nessun uomo è risparmiato dalla morte, l’aggettivo «mortale» è po-
              sto nella definizione di uomo da quei filosofi che non credettero che tutto l’uomo un
              giorno  avrebbe  potuto  o  potrebbe  essere  immortale.  Quindi  per  dimostrare  che
              quell’uomo deve essere mortale non è sufficiente dire che sarà un vero uomo.

              Bosone – Cerca dunque un’altra ragione, perché io non la conosco, se la ignori tu;
              un’altra ragione che provi che quello può morire.

              Anselmo – Non c’è dubbio che essendo Dio sarà anche onnipotente.

              Bosone – È vero.


              Anselmo – Dunque se vorrà, potrà deporre la sua anima e riprenderla di nuovo (cf
              Gv 10, 17-18).

              Bosone – Se non lo potesse, non sarebbe evidente la sua onnipotenza.

              Anselmo – Qualora lo voglia, potrà non morire e potrà pure morire e risorgere. Che
              deponga la sua anima senza l’intervento di un altro o che intervenga un altro a far-
              gliela deporre col suo permesso, è cosa indifferente per quanto riguarda il suo pote-
              re.

              Bosone – Non c’è dubbio.


              Anselmo – Dunque se vorrà permetterlo, potrà essere ucciso; se non vorrà, non potrà
              essere ucciso.

              Bosone – La ragione ci conduce inevitabilmente a questa conclusione.
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