Page 60 - Perché un Dio Uomo
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farsi peccatore e non si fece, a ragione si conclude che lui stesso si è data la giustizia
e lui stesso si è reso giusto.
In questo senso dunque ha la giustizia da sé, perché la creatura non la può avere in
altri modi; e per questo è da lodarsi per la sua giustizia, ed è giusto non di necessità
ma per il libero arbitrio, perché impropriamente si parla di necessità dove non c’è
alcuna coazione o proibizione. Conseguentemente poiché Dio ha perfettamente da
sé tutto quello che ha, è sommamente degno di lode per i beni che ha e conserva non
in forza di qualche necessità ma, come ho detto prima, per la sua eterna immutabili-
tà.
Così quell’uomo, che sarà pure Dio, sarà giusto da se stesso e sarà quindi da lodarsi
in quanto ogni bene ch’egli avrà, l’avrà da se stesso non per necessità ma dalla liber-
tà. Quantunque infatti la natura umana abbia da quella divina tutto ciò che avrà, tut-
tavia egli avrà sé da se stesso, poiché le due nature saranno una persona.
Bosone – Mi hai accontentato e vedo chiaramente che egli non potrà peccare, eppure
dovrà ugualmente essere lodato per la sua giustizia.
Ma ora penso che ci si debba chiedere perché mai, dal momento che Dio può creare
un simile uomo, non creò così anche gli angeli e i primi due uomini, affinché allo
stesso modo non potessero peccare e dovessero venire lodati per la loro giustizia.
Anselmo – Capisci quello che dici?
Bosone – Mi sembra di sì e chiedo perché non li abbia fatti tali.
Anselmo – Perché non era necessario e neppure possibile che tutti costoro fossero i-
dentificati personalmente con Dio, come invece affermiamo di questo uomo. E se
domandi perché non lo fece in tutte tre le persone divine o almeno in una seconda,
rispondo che la ragione esigeva che ciò non avvenisse in alcun modo, anzi lo proibi-
va assolutamente perché Dio nulla compie senza motivo.
Bosone – Mi vergogno d’averti chiesto ciò. Prosegui pure e di’ quello che dovevi.
Anselmo – Diciamo dunque che quest’uomo, non essendo peccatore, non doveva
morire.
Bosone – Te lo devo concedere.
11. EGLI MUORE LIBERAMENTE. LA MORTALITÀ NON APPARTIENE ALLA
PURA NATURA UMANA