Page 58 - Perché un Dio Uomo
P. 58

A colui dunque che più direttamente è offeso dall’ingiuria, è pure più conveniente
              attribuire la punizione della colpa o il perdono. Conseguentemente, avendoci la ra-
              gione inevitabilmente condotti ad affermare che è necessario che la natura divina e
              la natura umana s’uniscano in una sola persona e non in più persone di Dio e che
              evidentemente è più conveniente che si compia nella persona del Verbo che nelle al-
              tre, è necessario che il Verbo-Dio e l’uomo si uniscano in una sola persona.

              Bosone – La via per la quale mi conduci è da così bene difesa dalla ragione che non
              potrei abbandonarla sia a destra che a sinistra.

              Anselmo – Non sono io che ti conduco, ma colui che forma l’argomento del nostro
              dire e senza il quale nulla possiamo. Egli ci conduce dovunque mantenendoci sem-
              pre nella via della verità.




              10.  QUEST’UOMO  NON  MUORE  IN  CONSEGUENZA  DI  UN  DEBITO.  PUÒ
              EGLI  PECCARE  O  NO?  COME  SI  PUÒ  LODARE  LUI  E  GLI  ANGELI  DAL
              MOMENTO CHE NON POSSONO PECCARE?

              Anselmo – Ora dobbiamo vedere se quell’uomo debba morire in conseguenza di un
              debito, come muoiono tutti gli altri uomini. Ma, posto che Adamo non avrebbe do-
              vuto morire se non avesse peccato, a maggiore ragione non dovrà morire questo nel
              quale non può esserci peccato perché Dio.

              Bosone – Voglio che ti soffermi un po’ su questo, perché sia che ammettiamo in lui la
              possibilità di peccare sia che la escludiamo, mi sorge una non piccola questione. Se
              si dice che non può peccare, ciò sembra un po’ difficile a credersi. Infatti per parlare
              un po’ di lui non più come di uno che non sia mai esistito – come abbiamo fatto fin
              qui – ma come di colui che conosciamo nella persona e nelle azioni: chi potrà negare
              ch’egli abbia la possibilità di compiere molte azioni che noi chiamiamo peccati?

              Per esempio, come potremo dire che egli non poteva mentire, (per tacere d’altre co-
              se) cosa sempre peccaminosa? Così, parlando del Padre ai Giudei dice: «Se dicessi di
              non conoscerlo, sarei bugiardo come voi» (Gv 8, 55) e adopera queste parole «non lo
              conosco». Ora chi potrà dire che egli non abbia avuto la possibilità di proferire que-
              ste tre sole parole senza le altre, di dire soltanto «non lo conosco»? In questo caso,
              come lui stesso dice, sarebbe bugiardo, cioè sarebbe peccatore. E dal momento che
              lo poteva fare, poteva pure peccare.


              Anselmo Poté anche dire questo, ma non poté peccare.

              Bosone – Dimostralo.
   53   54   55   56   57   58   59   60   61   62   63